Retoricamente fine

Gennaio 1st, 2011 by cavallette

L’ultimo dell’anno e’ un giorno intriso di rituali laici. Il brindisi, il cenone sono i piu’ condivisi. Mediaticamente il palinsesto e’ quasi scontato, con il discorso a reti unificate del presidente della repubblica. I rituali aprono alla retorica. E deve essere questo clima particolarmente adatto e pregno, come una vacca gravida, che ha ispirato la maggior parte del giornalismo italiano, che apre con due notizie a raffica: primo lula non ci rida’ battisti. Secondo e’ morto un alpino in afghanistan. La nostra italianita’ dovrebbe uscirne galvanizzata, immagino, e il paese piu’ unito. Maggioranza e opposizione possono dirsi tutti concordi: il brasile ha voluto vendicarsi per la tragedia della sarria’, del 1982. Erano cosi’ sicuri di  passare il turno ai mondiali di Spagna ’82, che avevano gia’ prenotato l’albergo a madrid, e invece come sul piave li abbiamo ricacciati oltre oceano: 3 a 2, tripletta di rossi e parata sulla linea di porta di zoff intorno al 90′. Un colpo cosi’ non e’ facile da digerire. Hanno atteso quasi trenta anni. Perversi. Ma non hanno fatto tutto da soli. La Francia, quei maledetti figli di giacobini e algerini, covavano ancora l’odio per la recente faccenda Italia/Francia, mondiali del 2006, 6-4 ai rigori. La testata di Zidane… si capiva che non l’avrebbero presa bene. Accordi Francia/Brasile tesi a colpire il prestigio dell’Italia sulla scena internazionale, in vista dei mondiali del 2014, che guarda caso saranno proprio nella terra della samba e delle banane.  E’ un peccato non potere avere qui battisti per potersi sfogare: bastardo te e gli amichetti con l’erre moscia, e le ballerine brasiliane. E noi invece qui, sulla sedia a rotelle, perche’ nostro padre non sapeva sparare e al posto di beccare i compagni tuoi, ha preso noi che siamo i suoi figli.
Meno male che ci sono i nostri ragazzi all’estero che tengono alto l’onore della bandiera. Forza azzurri.

Natale con A/I al C.S.O.A. Cartella

Dicembre 21st, 2010 by cavallette

Sabato 25 Dicembre il C.S.O.A. Cartella realizza una serata benefit per A/I

Il C.S.O.A. Cartella si trova in
Via Quarnaro I, Gallico, Reggio Calabria

Il programma:
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Spaesamento

Dicembre 10th, 2010 by cavallette

In questi giorni di esplosione di wikileaks mi sento un po’ spaesato e divertito. Mi diverte tantissimo vedere le reazioni dei governi, dei militari e di alcuni giornalisti. Sono buffi, un po’ goffi a cercare di dire con la faccia del bambino colto in fallo, “epperò non vale così”. E tingere il tutto con un lessico recrudescente, la cyberwar, il terrorismo, gli attacchi. Da un lato rido, dall’altro sono spaesato, perché non pensavo che i cambiamenti tecnologici avvenuti in questi anni di grossa accellerazione, fossero veramente sfuggiti a tutte queste persone. Evidentemente esiste un grosso gap tra le trasformazioni in atto e la capacità di recepirne gli effetti.
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Benefit per autistici.org al circolo Iqbal Masih, Bologna

Dicembre 8th, 2010 by cavallette

Venerdi 17 dicembre, dalle 20, al circolo Iqbal Masih a Bologna (via della Barca 24/3), presentazione della storia e dei servizi di Autistici.org. A seguire festa con buffet, video e djset.

Link

Il controllo sui flussi di informazioni, WikiLeaks e gli effetti collaterali

Dicembre 7th, 2010 by cavallette

L’importanza di WikiLeaks non è solo nell’informazione contenuta nelle specifiche comunicazioni che sono state rese pubbliche.

Nell’articolo Julian Assange and the Computer Conspiracy; ‘To destroy this invisible government’ viene commentato uno scritto di Assange, in cui l’australiano parla di come funzionano le cose secondo lui.

  • i regimi che limitano la libertà degli individui causa inevitabimente resistenza
  • per minimizzare queste resistenze è necessario mantenere le persone all’oscuro di determinate informazioni sugli obiettivi dei regimi
  • per conseguire questo scopo i regimi divengono cospirazioni perché controllano i flussi di informazioni tramite la segretezza

Ma queste restrizioni che i regimi impongono sulla circolazione delle informazioni hanno anche l’effetto collaterale di complicare le comunicazioni interne ai meccanismi del potere, riducendo l’efficienza dei meccanismi stessi.

Quando i controlli sul flusso di informazione falliscono, e in risposta la segretezza interna viene ulteriormente incrementata, il sistema nervoso dei regimi cospiratori si trova sempre più in difficoltà.

“WikiLeaks wants to provoke the conspiracy into turning off its own brain in response to the threat”: in reazione alla diffusione di informazioni riservate,  la cospirazione viene indotta a spegnersi – e secondo Assange, i regimi in questa situazione rischiano di venire sostituiti da forme più aperte di governo.

Julian Assange è stato arrestato oggi, martedì 7 dicembre 2010.

Sostieni WikiLeaks !
(perché ? ecco perché)

Sostieni WikiLeaks

Dicembre 5th, 2010 by cavallette

Le informazioni sono una banca: alcuni di noi sono ricchi, altri sono poveri. Noi abbiamo la missione di rapinare questa banca.
Genesis P-Orridge in Decoder di Klaus Maeck, 1983

Forse le rivelazioni di WikiLeaks non avranno scioccato i più cinici e smaliziati tra noi. Anche se a farlo sono i diplomatici statunitensi, dopo 15 anni di regime ci è difficile cadere dalle nuvole se viene suggerito che l’obiettivo primario di Silvio Berlusconi sia l’arricchimento personale. Così come non sorprende il quadretto che hanno dipinto della Russia: un paese in cui le questioni difficili (dai giornalisti critici ai contratti per le risorse naturali) vengono gestite tramite la mafia.

Un paio di rivelazioni a cui è stato dato un po’ meno risalto:

Le reazioni di censura e gli attacchi di ogni tipo contro WikiLeaks e contro il suo portavoce Julian Assange sono fortissime e aggressive. Il sito web è stato oggetto di denial of serviceAmazon, Paypal, EveryDNS e altre aziende hanno velocemente calato le braghe e interrotto ogni servizio, ubbidendo velocemente alle indicazioni dei politici statunitensi più reazionari. Noti giornalisti mainstream hanno esplicitamente chiesto l’uccisione di Assange o la sua reclusione in prigioni extra-legali come Guantanamo. In Italia, dove siamo persone perbene, perfino il più becero dei giornalisti di regime si limita ad augurare un semplice pestaggio nei confronti delle persone scomode (ma attento al karma, Emilio!). Apparentemente Assange si trova attualmente in Inghilterra, sotto il controllo dei servizi segreti inglesi, più o meno ufficialmente ricercato dalle polizie di Stati Uniti, Svezia, Australia e probabilmente molte altre nazioni.

La portata dell’azione di WikiLeaks non si limita a scombussolare le verità ufficiali dei regimi o a incrinare l’ipocrisia delle relazioni diplomatiche fra nazioni che si odiano. Aprendo gli occhi del grande pubblico, contribuisce a ridestare esigenze di trasparenza e di verità che non appartengono solo a chi come noi crede da sempre, radicalmente, nella completa libertà d’informazione. Si veda per esempio questa intervista a Felice Casson, oggi magistrato del PD (bleah) ma anche impegnato a sostegno della trasparenza degli Archivi di Stato.

WikiLeaks risponde a un bisogno diffuso, e lo fa senza venire a patti con la legalità, senza obbedire ai richiami e senza piegarsi di fronte alle minacce.

Norwegian crackdown: fatti e note a margine

Novembre 22nd, 2010 by cavallette

English version below

Il collettivo Autistici/Inventati e l’Associazione Investici che lo rappresenta per questioni legali e burocratiche sono un gruppo di persone dedite al mantenimento e allo sviluppo di servizi di comunicazione elettronica per singoli, associazioni, gruppi informali e movimenti e hanno tra i loro obiettivi principali la difesa della libertà di espressione e della privacy.
La vicenda di cui stiamo scrivendo ha inizio tra il 9 dicembre 2008 e il 30 marzo 2009 ad Avezzano. Una querela dà vita a un’indagine, nella quale si sostiene che Gianluca Jannone, leader del gruppo neofascista “Casa Pound”, e Ercole Marchionni, fondatore di “Casa Pound Avezzano”, hanno subito atti intimidatori e diffamatori. Nello specifico vengono contestate una scritta su un muro, della vernice rossa su un campanello e alcuni scritti apparsi su abruzzo.indymedia.org e orsa.noblogs.org, nei quali si chiede di non consentire l’uso di spazi pubblici a gruppi dichiaratamente neofascisti.
In seguito alla querela si mette in moto il procuratore Stefano Gallo, insieme al Commissariato di Avezzano, e la pratica approda alla polizia postale di Milano.
Nell’agosto 2009 l’Associazione Investici (e quindi il collettivo Autistici/Inventati) viene sentita come persona informata sui fatti e dichiara di fronte a pubblici ufficiali che sui propri server non vi sono file di log relativi alla casella di posta orsa @ canaglie . net, né i dati anagrafici di chi l’ha richiesta. La Procura avvia una rogatoria internazionale (per minacce!!!) verso Norvegia, Olanda e Svizzera. Si tratta di ottenere dai provider in cui risiedono i server di Autistici/Inventati i dati che non hanno avuto dal nostro legale rappresentante, non per reticenza, ma per evidente assenza di tali informazioni.
A novembre 2010 la polizia postale norvegese procede a dar seguito alla rogatoria: si presenta negli uffici del nostro provider e pretende di copiare per intero tutti i dischi presenti sulla macchina, il cui contenuto è in gran parte cifrato. Circa due ore dopo il sequestro abbiamo riattivato i servizi su altri server. In circa 24 ore tutta la nostra infrastruttura girava esattamente come prima. In questo caso il piano R*, come meccanismo anticensura, ha funzionato discretamente.

Alcune osservazioni sui fatti

Pensiamo siano possibili diversi livelli di lettura sulla vicenda, in grado di innescare riflessioni su altrettanti aspetti della società italiana.
In primis i rapporti tra il neofascismo e le istituzioni. Recentemente si è concluso con una serie di assoluzioni il processo per la strage di Brescia. Ci sono state stagioni nella storia d’Italia in cui il neofascimo e alcuni apparati dello stato hanno avuto stretti rapporti. Storicamente ci sono diversi elementi che riconducono la strage di Brescia a gruppi neofascisti, e molto evidenti sono le coperture, i tentativi di insabbiamento, i silenzi che hanno coperto il tutto fino a oggi. A 30 anni dall’attentato è impossibile accertare qualsiasi forma di verità giudiziaria sulla vicenda. Il meccanismo di protezione innescato negli anni ‘70 ha funzionato perfettamente.
Questo tipo di atteggiamento è endemico e si ritrova anche in fatti più recenti e più piccoli, ma non meno dolorosi.
Gli assassini rei confessi di Dax sono stati condannati a pene ridicole, se paragonate ad esempio ai quattro anni per rapina inflitti a quattro antifascisti milanesi per aver sottratto un giubbotto a un naziskin.
Ci appare incomprensibile in questi giorni nei quali tutte le procure d’Italia lamentano i tagli e la scarsità di fondi, che una querela di parte recepita dal Commissariato di Avezzano per delle vicende di minima entità scateni in una Procura della Repubblica la smania di tre rogatorie internazionali per acquisire dati che non esistono o che sono privi di qualsiasi rilievo investigativo.
Riusciamo a comprenderlo solo se postuliamo che la voce di “Casa Pound” abbia una certa influenza in qualche parte delle questure italiane.
In quanto interpellati come persone informate sui fatti e quindi costretti a rispondere, abbiamo esplicitamente dichiarato di non possedere le informazioni richieste. Il sequestro successivo indica che non siamo stati creduti.
Non comprendiamo quale sia la ragione giuridica di arrecare un danno alla riservatezza di 2000 persone per avere la prova della non esistenza di dati relativi a un singolo e sconosciuto individuo. L’indagine riguarda una singola casella di posta, per la quale vengono richiesti oggi, nel novembre 2010, log relativi alla fine del 2008, che noi comunque non possedevamo neppure allora.
Alcune delle risposte si potrebbero forse trovare nel testo della rogatoria. Riportiamo la brillante traduzione inglese:
“to obtain the file of log, and IP-access, for consultation, registration, change of password and updating relative to the mailbox ORSA @ CANAGLIE . NET (SHE-BEAR @ SCOUNDREL . NET) in the time span 2008–12-09 to 2009–12-09.”
La procura ha richiesto il sequestro, ma non è in grado di comprendere che tradurre il nome utente e il dominio della mail è ridicolo, oltre che inutile. Onestamente non ci sembra un organismo adeguato a fare valutazioni tecniche rispetto a un caso correlato con le tecnologie di comunicazione informatica.
Cercando di tirare le somme: l’operazione ci appare una piccola ritorsione intimidatoria di carattere politico verso Autistici/Inventati in quanto ritenuti reticenti nel fornire un’informazione che non abbiamo, non abbiamo mai avuto e continueremo a non avere.
Una piccola ritorsione che però comporta un problema di riservatezza non indifferente per i 2000 utenti che usavano quel server. Allo stesso modo i fatti da cui scaturisce tutta l’indagine ci appaiono ingigantiti. Si parte da un minuto scontro politico, per arrivare attraverso l’uso di reati sovradimensionati a tre rogatorie internazionali.
Su queste linea ogni lite tra vicini di casa si può trasformare in un intrigo internazionale. Tutto questo non ha senso, ma in tutta questa vicenda troviamo ben poco di sensato.

***

[english version]

A/I’s Norwegian crackdown in a nutshell

The Autistici/Inventati collective and the Investici Association, which represents the collective in legal and bureaucratic matters, are a group of people who mantain and develop electronic communication services for individuals, associations, informal groups and movements and, among their particular aims, defend the freedom of expression and privacy.
The story we are going to tell started in Avezzano, Italy, between the 9th December 2008 and the 30th March 2009. A lawsuit gave rise to an investigation where it is mantained that Gianluca Jannone, leader of the neo-fascist group “Casa Pound”, and Ercole Marchionni, founder of “casa pound Avezzano”, suffered threats and slander. In particular, there are charges concerning a message painted on a wall, some red paint on a door bell and some texts published on abruzzo.indymedia.org and orsa.noblogs.org, claiming that no public space should be given to declared neo-fascist groups.
After this lawsuit, public prosecutor Stefano Gallo activated together with the Avezzano police office, and the case reached the postal police in Milan. In August 2009 the Investici Association (and therefore the Autistici/Inventati collective) was called to witness, and formally declared in front of police agents that no log files linked with the orsa @ canaglie . net mailbox were kept in its servers, nor did the association have any personal data regarding the subscriber of the mailbox.
The Avezzano police office sent a rogatory letter (with charges of threats!!!) to Norway, Holland and Switzerland, asking the local authorities to contact the providers where Autistici/Inventati keeps its servers and obtain the data that our legal representative had not given them – not with reticence, but because that information is clearly unavailable.
In November 2010 the Norwegian postal police performed their duty towards their Italian colleagues: they turned up at our provider’s webfarm and asked to copy all the disks in the server, whose contents are mostly encrypted.
About two hours after the seizure, we re-activated the services in different servers. After approximately 24 hours, our whole infrastructure was running exactly as before. In this case the R* Plan worked nicely as an anti-censorship system.

Some considerations

We think that what happened can be read at several levels, reflecting different facets of the Italian society.
First of all, the relationships between Neo-Fascism and institutions. Recently the process related to the Piazza della Loggia bombing ended with a series of acquittals. In two different phases of the Italian history, Neo-Fascism and some state organizations where closely connected. Historically, several elements link the Piazza della Loggia bombing with neo-fascist groups, and in this case there have been clear cover-ups, attempts to pigeon-hole the case, and silences which have obscured many details until today. Thirty years after that attack, it is impossible to obtain some kind of truth about what happened. The protection mechanism that was started in the 70s worked perfectly well.
This kind of attitude is endemic, and can be found in more recent incidents that may be minor but are nonetheless painful.
The men who confessed to have killed the antifascist activist Dax have been sentenced to ridiculous punishments, if compared for instance to the four-year imprisonment sentence given to four Milanese anti-fascists who had “robbed” a nazi-skin by taking his jacket.
These days, when all over Italy the police is complaining about reduced funds, we find it unexplainable that a private lawsuit filed at the Avezzano police office regarding minor events can unleash an international rogatory frenzy aimed at acquiring data that are inexistent and would be irrelevant to any investigation.
We can explain this only if we assume that “Casa Pound” has a certain influence in some sectors of the Italian police.
Since we were asked to witness and bound to answer, we have clearly declared that we did not have the requested information. The subsequent seizure means that they did not believe us.
We don’t understand what legal motivation can justify a damage to 2,000 people’s privacy just to obtain an evidence that the data regarding one unknown individual do not exist. This investigation regards a single mailbox, and what was requested in November 2010 was some logs dating back to late 2008, which we did not have even back then.
Some answers can be perhaps found in the text of the rogatory letter, and a passage from that brilliant English translation must be quoted:

“to obtain the file of log, and IP-access, for consultation, registration, change of password and updating relative to the mailbox ORSA @ CANAGLIE . NET (SHE-BEAR @ SCOUNDREL . NET) in the time span 2008–12-09 to 2009–12-09.”

The Public prosecutor’s office ordered the seizure, but did not realize that translating a user name and a mail domain is as ridiculous as it is useless. To be honest, we don’t think that this office is able to produce any technical assessments regarding an IT case.
To sum up: this action appears as a small political intimidatory retaliation against Autistici/Inventati, who have been considered reticent in denying a piece of information we have never had and never will have in the future.
But this small retaliation implies a major privacy problem for the 2,000 users who had a space in that server. Likewise, the facts that gave rise to this investigation have been seemingly overrated. Starting from an irrelevant political skirmish, overstated charges were used to send three rogatory letters abroad.
Along this line, any argument among neighbors could be turned into an international plot.
This makes no sense, but in the end, nothing makes much sense in this whole story.

Ven 3 dicembre a Campi Bisenzio K100

Novembre 22nd, 2010 by cavallette

autistici al k100Venerdì 3 dicembre 2010
Serata benefit per Autistici/Inventati sosteniamo i server autogestiti!

Presentazione del progetto A/I
Privacy ed anonimato
Tecnologie libere
e altro ancora!

Seguirà DJ SET

Vogliamo degli strumenti di comunicazione liberi, gratuiti ed accessibili a tutti.
Saperi, conoscenze, risorse crescono attraverso la reciproca condivisione.

CANTIERE SOCIALE CAMILO CIENFUEGOS
Via Chiella n.4 Campi Bisenzio (FI)

Scheduled Downtime for emails – Manutenzione prevista per la posta

Novembre 10th, 2010 by cavallette

Cari autistici inventati!
nelle prossime 12 ore se riscontrerete disservizi sulla posta non temete! Questa volta siamo noi e non la polizia.

Dear fellows!
in the next 12 hours if you experience some troubles with the mail service it’s our mainteinance and not any police operation.

La polizia spara nel mucchio: colpirne cento per educarne uno?

Novembre 6th, 2010 by cavallette

English version below
Version française à suivre
Versió en català
Русская версия

È la logica di chi non sa bene che pesci pigliare. Nel dubbio spara nel mucchio, capace che prenderai anche il tuo bersaglio. O quella dei rastrellamenti per cui si buttano all’aria intere strade per cercare magari qualcosa che non c’è. La polizia (postale) italiana ha la brutta abitudine di frugare nei dati di centinaia, migliaia di persone anche solo per trovare un e-mail. È successo di nuovo al server che A/I ha in Norvegia: i dischi sono stati clonati per intero per una indagine di cui non ci hanno ancora detto nulla. Anche se non siamo direttamente coinvolti in una eventuale inchiesta resta il fatto che i dati dei nostri utenti (nella maggior parte dei casi crittati) sono comunque stati acquisiti da qualcuno che al massimo aveva il mandato per cercare una specifica cosa.
Ma è la logica del colpirne cento per “educarne” uno: intanto mi prendo tutti i dati e poi, quando non trovo quello che cercavo, arrivederci e grazie.
Quando queste cose accadono in Cina o in Iran immediatamente si mobilitano schiere di eroi della riservatezza a tuonare contro il “regime” di turno che spia i propri cittadini. Nel caso accada sotto il loro naso si distraggono magari perché stanno pensando ai riti tribali che si svolgono ai piani alti di questo paese.
Davanti a episodi del genere occorre reagire in fretta e in tanti, sia imparando a proteggere la riservatezza dei nostri dati, sia protestando contro la sorveglianza elettronica che avanza, con tentativi più o meno goffi ma comunque arbitrari e repressivi.

È anche interessante far notare come non ci fosse assolutamente necessità di realizzare questa operazione: ogni volta che ci sono stati chiesti log o informazioni, abbiamo sempre risposto; non è colpa nostra se le informazioni che cercano non le abbiamo o gli sono inutili. Al massimo lo consideriamo un merito. Come consideriamo un merito che nel giro di 24 ore il Piano R* ci abbia permesso di rimettere in piedi tutti i servizi abbattuti dal raid: da ormai 5 anni diciamo a tutti i nostri utenti che il nostro obiettivo è impedire che ciò che offriamo venga distrutto, mentre abbiamo da tempo capito e cercato di sensibilizzare tutti sul fatto che gli unici depositari della riservatezza siete voi, la vostra intelligenza in quello che scrivete e leggete, la vostra accortezza nel non delegare a nessuno questo aspetto della vostra vita. I nostri dischi (tranne gli archivi delle liste) erano crittati, ma con il clone del disco e un po’ di tempo nessun sistema di crittazione è indecifrabile. Per cui non cullatevi in un falso senso di sicurezza.

Sostenete la battaglia che intraprenderemo come già abbiamo fatto ai tempi del primo crackdown contro A/I, diffondete quello che vi racconteremo, combattete contro ogni forma di limitazione della vostra libertà di comunicare.
Al contrario della polizia noi vogliamo educarne cento per colpirne uno, quel genio che nella polizia postale ha pensato che copiare i dati di 2000 persone fosse una buona idea per ottenere un pugno di mosche.

***

[english version]

Police raid: shoot a thousand to hit none!

It happens, since notoriously police doesn’t know how to aim properly: shoot in the crowd, you might eventually hit your target. Exactly as when they run round-ups, bringing havoc to whole streets as they look for something that might not even exist. The Italian postal police has a bad habit of rummaging in hundreds or even thousands of people’s personal data just to fine one particular message. It has happened again with the server the A/I collective keeps in Norway: its disks have been entirely cloned for an investigation we still cannot know anything about. It is likely that A/I is not directly implied in this supposed enquiry, but whatever may be happening, our users’ data (which were mostly encrypted) have been acquired by someone who could at most show a warrant for one specific search. It is the principle of hitting hundreds of people to pinpoint one of them: and while they’re at it, seizing all data is too much of a temptation; after all if you won’t find what you are looking for, you’ll have a prize at least to show your police friends.
When such things happen in China or in Iran, crowds of privacy champions pour into the streets to protest against the “regime” spying on its citizens. But if it happens in front of them, they are distracted, perhaps due to the media hype on the petty scandals that haunt this petty country.

Such occurrences require us, all of us, to react quickly, learning to protect our privacy as well as protesting against electronic surveillance, which, clumsy as its claims may be, is in any case unjustified and repressive.

It is also interesting to note that there was no need for this operation: every time we have been asked for logs or information, we have always answered — it is not our fault, if the data they need do not exist or if they find them useless. Actually, we find this is one of our merits.
And we think it is also a merit that the R* Plan has allowed us to restore the services that were hit by this raid in no more than 24 hours: for 5 years now we have been telling our users that our aim is avoiding the destruction of our services, while in the meantime we have also realized and tried to tell everybody that each single user is responsible for her own privacy, which depends on your intelligence when you write and read and on your accuracy in never entrusting this fundamental aspect of your life to someone else. Apart from the mailing lists archives, our disks were encrypted, but now they have been copied, and with time no encryption system is unbreakable. So don’t delude yourselves in a false sense of safety.

Support the battle that we will launch as we did after the first crackdown on our server: spread the news we will publish, fight against any restriction to your freedom of communication.
Unlike the police, we want to educate hundreds to hit one — the genius at the postal police who thought that copying 2000 people’s data could be a good idea to find nothing at all.

[Version française]

La police frappe dans le tas: tirer sur une centaine pour éduquer un seul?

C’est la logique de ceux qui ne savent pas sur quel pied danser. Dans le doute, frappez dans le tas, peut-être que vous pussiez prendre aussi votre cible. Où la logique des rafles, dans lesquelles on chamboule des rues entières en cherchent quelque chose qu’il n y a pas. La police italienne a la mauvaise habitude de fouiller dans les données des centaines, des milliers, de personnes en cherchent peut-être soulement une e-mail. Ça c’est arrivé au serveur d’A/I en Norvège. Les hard disks ont été entièrement clonès pour une indagine de police dont n’ont dit encore rien. Meme si nous sommes pas impliqués directement dans une éventuel enquête, toujours est-il que les données de notres utilisateurs (dans la majorité des cas chiffrés) ont été en tout cas acquis par quelqu’un qu’avait le mandat tout au plus pour chercher une chose specifique.
Mais ça c’est la logique du “tirer sur une centaine pour éduquer un seul”: d’abord je me prend tous le donnés, en suite quand je ne trouve pas ce que je cherchais, au revoir et mercì.
Quand cettes choses se passent en Cine ou en Iran, voilà tout de suite des troupes d’heroes de la confidentialité en tonnent contre le “régime” qui surveille ses propres citoyens. S’il se passe sous leur nez ils se distraient en pensent peut-être aux rituels tribaux qu’on fait dans les étages supérieurs de notre pays.
Devant de tels épisodes, il faut réagir rapidement et de nombreux, en apprenant à protéger la confidentialité de nos données comme en protestant contre la surveillance électronique qui monte avec ses tentatives plus ou moins maladroites, mais également arbitraires et répressives.
Il est aussi intéressant de noter qu’il n’y avait absolument pas besoin de faire cette opération: chaque fois on a nous demandé des files logs où des informations nous avons toujour repondue; ce n’est pas notre faute si les informations qu’on cherche nous ne l’avons pas où si elles sont inutiles. Au maximum, nous considérons qu’il est un mérite. Comme nous considérons un mérite que dans les 24 heures le Plan R* a nous permis de reprendre tous les services fermés par le raid: depuis 5 années nous disons à tous nos membres que notre objectif est de prévenir que ce que nous offrons soit détruit. Nous avons aussi compris depuis longtemps et nous avons tenté de soulever votre conscience du fait que les gardiens de votre propre confidentialité est à vous, à votre intelligence dans ce que vous écrivez et lirez, à votre prévoyance de ne pas déléguer à quiconque cet aspect de votre vie. Notres hard disks (sauf les archives de les mailing lists) étaient chiffrés, mais avec un clonage et beaucoup de temps à perdre pas de système de cryptage est indéchiffrable. C’est à dire: ne pas bercez vous d’un faux sentiment de sécurité.

Soutenez le combat que nous entreprenons comme déjà fait à l’époque du première crackdown contre A/I, propagez ce que nous irons vous dire, continuez la lutte contre toutes les formes de limitation de votre liberté de communiquer.

(des révisions à cette traduction sont bienvenues!)