Archive for the ‘Cyber_Rights’ Category

Ci vediamo nelle strade (salviamo dot org)

martedì, Dicembre 17th, 2019

neuromancer

“Cyberspace. A consensual hallucination experienced daily by billions of legitimate operators, in every nation. . . . A graphic representation of data abstracted from the banks of every computer in the human system. Unthinkable complexity. Lines of light ranged in the nonspace of the mind, clusters and constellations of data. Like city lights, receding.”

 
english version
 

Internet Society naque nel 1992 per organizzare e finanziare la creazione di standard condivisi e aperti sui quali sviluppare internet, da allora possiamo dire che parecchia strada e’ stata fatta e quello che si presentava
come un ‘cyberspace’ pionieristico e’ oggi semplicemente parte dei processi quotidiani di miliardi di persone.

ISoc e’ nata come ramo di un gruppo piu’ grande chiamato IETF, del quale negli anni ’90 ci piaceva un motto che oggi fa un po’ sorridere (se non proprio ridere amaro) per come le cose stanno andando:

We reject: kings, presidents, and voting. We believe in: rough consensus and running code.

La notizia recente della svendita del registro .org a un gruppo privato (Ethos Capital) e’ purtroppo una ennesima conferma di come di quei giorni pioneristici ben poco e’ rimasto e quel che e’ rimasto e’ marginale rispetto ai veri processi che guidano oggi internet.

Da tempo ormai decennale i ‘walled gardens’ sono il motore economico su cui si basano i giganti della rete, centrali monoliti in cui la totalita’ degli scambi che avvengono tra le persone sono monetizzati all’ennesima potenza, al punto da incidere pesantemente sui processi democratici occidentali, non semplicemente sul prossimo acquisto di natale.
Questa ennesima privatizzazione di un pezzo fondamentale di internet ci fa gridare ancora una volta

Altro che decentralizzazione, trasparenza e condivisione: solo monetizzazione!

Il motivo per cui oggi ancora una volta prendiamo parola e’ che questa decisione di privatizzare quel registro e’ stata presa in maniera opaca, ennesima conferma della spinta mercificatoria di ogni angolo della rete, ed e’ volta a incidere sui prezzi di vendita dei domini che con top level domain sono solitamente organizzazioni senza fine di lucro.

Il lucro si impone a chi vuole agire senza fine di lucro!

C’e’ da segnalare che altri soggetti sempre verdi si sono mobilitati per provare a incidere su questa decisione, un esempio di questa reazione si puo’ vedere sul sito https://www.savedotorg.org, non a caso registrato da NTEN che dichiara come propria missione di vedere un mondo giusto ed impegnato che sappia fare buon uso della tecnologia per restituire il potere di controllo alle comunita’ di persone.

Purtroppo ancora una volta dobbiamo ricordare che non puo’ semplicemente essere tecnologica la soluzione contro lo strapotere dei soliti maiali, ma e’ necessario alzare il livello di risposta politica e imporre barriere a chi ci vuole cavie di politiche dettate da quantomeno fallaci processi di ‘intelligenza artificiale’ (stupidita’ reale).

Per approfondimenti suggeriamo questa lettura da Boing Boing (in inglese):its an ethos

ENGLISH VERSION

See you in the streets (save .org)

neuromancer

“Cyberspace. A consensual hallucination experienced daily by billions of legitimate operators, in every nation. . . . A graphic representation of data abstracted from the banks of every computer in the human system. Unthinkable complexity. Lines of light ranged in the nonspace of the mind, clusters and constellations of data. Like city lights, receding.”

 

 

Internet Society was born in 1992 to organize and finance the creation of shared and open standards on which to develop the Internet, since then we can say that a lot of progress has been made and what was presented as a pioneering ‘cyberspace’ is now simply part of the daily routines of billions of people. ISoc was born as a branch of a larger group called IETF,, by which in the 90s we liked a motto that today could make us smile (if not a bitter laugh) because of how things are going:


We reject: kings, presidents, and voting. We believe in: rough consensus and running code.

The recent news of the sale of the .org register to a private group (Ethos Capital) is unfortunately yet another fact about how little of those pioneering days remains, and what remained is marginal compared to the real processes that drive the Internet of today.

For some time now the ‘walled gardens’ have been the economic engine on which the network giants are based, central monoliths in which the totality of the exchanges that take place between people are monetized to the maximum possible degree, to the point of heavily affecting the western democratic processes, not simply the next Christmas purchase.

This umpteenth privatization of a fundamental piece of the internet makes us scream once again

No decentralization, transparency and sharing: only monetization!

The reason why we once again take the floor today is that this decision to privatize that register has been taken in an opaque manner, yet another proof of how marketing dominates every corner of the network. This decision is aimed at affecting the sale prices of the domains that with top level domains they are usually non-profit organizations.

Profit is imposed on those who want to act outside of the logic of profit!

It should be noted that other evergreen subjects have mobilized to try to influence this decision, an example of this reaction can be seen on the website https://www.savedotorg.org not coincidentally registered by NTEN which declares as its mission to see a just and committed world that knows how to make good use of technology to return the power of control to communities of people.

Unfortunately, once again we must remember that the solution against the excessive power of the usual pigs cannot be simply technological, but it is necessary to raise the level of political response and impose barriers to those who wants us to be guinea pigs dictated by misleading (to say the least) processes of ‘artificial intelligence'(or real stupidity).

For further information we suggest this reading from Boing Boing: its an ethos

 

 

PGP, security and email clients

lunedì, Maggio 21st, 2018

English below.
In questi giorni di dibattito sui problemi di sicurezza delle email (EFAIL), vogliamo riportare un paio di link che ci sembrano importanti. il primo chiarisce dove sono i problemi, non in GPG ma nei client di posta (questo), l’altro ci ricorda come sia importante proteggere quel poco di buono che c’e’ e non cedere al nichilismo securitario, sindrome che ci e’ nota anche se non ne siamo mai stati particolarmente affetti.
Si intitola ‘Email crittate e nichilismo securitario‘, di Daniel Kahn Gillmore. Buone letture in inglese!

—-

In these days of debate around email security flaws (EFAIL), we want to report a couple of links that we find important. the first one clarifies where the problem lies, not in GPG but in email clients ((this one), the other one reminds us how important it is to protect the little good we have and not to surrender to security nihilism, well known syndrome to ourselves even though we’ve never been directly affected.
it’s entitled ‘Encrypted email and security nihilism‘ by Daniel Kahn Gillmore. Enjoy the read!

Habemus Let’s Encrypt!

venerdì, Aprile 1st, 2016

[English version below]

Con grande gioia vi annunciamo un altro passo avanti negli strumenti che mettiamo a disposizione per una comunicazione libera e autonoma.

tl;dr: grazie a Let’s Encrypt la CA non serve più!

… che poi vorrebbe dire: avete presenti quei messaggi inquietanti che vi mandava il vostro browser quando aprivate le pagine di A/I e di Noblogs? Be’, quella storia è finita! Ora potete andare a festeggiare, oppure continuare a leggere le nostre spiegazioni più sotto (noi vi raccomandiamo la seconda opzione…). Ma soprattutto ricordate: se continuate a ricevere messaggi inquietanti, stavolta vale la pena di preoccuparsi.

letsencrypt

Come sapete, i nostri servizi online supportano – o in certi casi richiedono – l’uso di SSL, un sistema crittografico basato sulla distribuzione di certificati che garantiscono una connessione sicura ai vari server. L’integrità di questi certificati è fondamentale e non abbiamo mai accettato di partecipare al sistema di distribuzione commerciale dei certificati SSL; questo avrebbe significato mettere il rapporto di fiducia tra noi e i nostri utenti nelle mani di soggetti di cui non ci si può fidare: stati, forze “dell’ordine”, aziende il cui solo fine è il profitto.
Perciò finora abbiamo gestito la cosa autonomamente con una nostra Autorità di Certificazione (CA). Il rovescio della medaglia era la necessità – per i nostri utenti, ma anche per i semplici visitatori dei siti web – di seguire una procedura un po’ complicata per installare il certificato della nostra CA.

Non siamo mai state completamente contente di questa situazione, perché crediamo che per risultare efficace la crittografia debba essere utilizzabile senza difficoltà. Da questo punto di vista, il progetto Let’s Encrypt è un’importante risorsa per chiunque usi internet, ma il beneficio per noi e voi è ancora maggiore, perché l’utilizzo di SSL con i server di A/I ora diventa più semplice.

Cosa cambia nella pratica?

  • La nostra CA e la procedura di installazione del suo certificato scompaiono.
  • I certificati SSL dei domini di A/I sono ora firmati dalla CA di Let’s Encrypt.
  • … e soprattutto il certificato della CA di Let’s Encrypt è già installato nel browser che state usando: Non serve quindi fare nient’altro per poter navigare correttamente sui nostri siti web via HTTPS o per stabilire una connessione sicura con i nostri server di posta.
  • L’unica cosa che vi raccomandiamo di fare è di controllare che i vostri
    client siano tutti configurati per non accettare certificati SSL non validi
    (come per esempio consigliavamo di fare per Xchat).

Troverete informazioni aggiornate nella pagina di documentazione specifica su SSL.



[English version]

We have some good news about the tools for a free and autonomous communication we provide you with.

tl;dr: thanks to Let’s Encrypt our CA has become useless!
(altro…)

FCC approva le regole sulla net neutrality – FCC passes net neutrality rules

venerdì, Febbraio 27th, 2015

netneutrality
english version below

La Commissione Federale delle Comunicazioni (FCC) statunitense ha approvato nuove storiche regole che attribuiscono all’ente i poteri più vasti sul settore dei cavi di rete da quando internet è stata messa a disposizione delle masse.
Le compagnie di cablaggio non potranno offrire ‘vie preferenziali’ sulla rete e l’accesso sarà uguale per tutti gli utenti.
“Nessuno dovrebbe avere il controllo sulla libertà e sull’apertura dell’accesso a Internet”, ha detto il presidente dell’FCC Tom Wheeler. “È la piattaforma più potente e pervasiva del pianeta. Internet è troppo importante per concedere ai grandi provider di dettare le regole.”

Il regolamento proposto è piuttosto articolato, ma per riassumere le tre garanzie più importanti per gli utilizzatori di Internet sono le seguenti:

  • Niente blocchi: i grandi provider non possono bloccare l’accesso a contenuti legali, applicazioni, servizi o apparecchiature non dannose.
  • Niente strozzature: i provider non possono danneggiare o degradare il traffico legittimo in Internet sulla base di contenuti, applicazioni, servizi o apparecchiature non dannose.
  • Nessuna priorità a pagamento: i provider non possono favorire un traffico legittimo in Internet rispetto a un altro in cambio di un pagamento – in altre parole: niente “vie preferenziali”. Questa regola vieta anche ai provider di dare priorità ai contenuti e ai servizi delle loro affiliate.

Dunque che significa Net Neutrality?

“La Net neutrality è il concetto per cui il tuo provider Internet dovrebbe essere un ponte neutrale verso qualsiasi contenuto o servizio in rete, non un controllore che decide se caricare più lentamente un servizio piuttosto di un altro o imporre pagamenti per vie d’accesso preferenziali”.

~~~~~ english version ~~~~

The Federal Communications Commission (FCC) passed historic new rules that give the body its greatest power over the cable industry since the internet went mainstream.
Cable companies will not be allowed to offer “fast lanes” on the internet and access but will be equal for all users.
“No one should control free and open access to the Internet,” FCC chairman Tom Wheeler said. “It’s the most powerful and pervasive platform on the planet. The Internet is too important to allow broadband providers to make the rules.”

The proposed rules are pretty lengthy, but from an FCC fact sheet, here are the three things that the rules would ban that matter most to consumers:

  • No Blocking: broadband providers may not block access to legal content, applications, services, or non-harmful devices.
  • No Throttling: broadband providers may not impair or degrade lawful Internet traffic on the basis of content, applications, services, or non-harmful devices.
  • No Paid Prioritization: broadband providers may not favor some lawful Internet traffic over other lawful traffic in exchange for consideration — in other words, no ‘fast lanes.’ This rule also bans ISPs from prioritizing content and services of their affiliates.”

What does net neutrality mean?

“Net neutrality is the concept that your Internet provider should be a neutral gateway to everything on the Internet, not a gatekeeper deciding to load some sites slower than others or impose fees for faster service.”

Censura all’italiana, mail.ru bloccato per fermare “la pirateria”..

venerdì, Luglio 18th, 2014

governmenttt

Siamo di fronte all’ennesimo caso di incompetenza delle autorita’ giudiziarie italiane: per difendere il copyright di due film condivisi in rete, si blocca un’intera piattaforma di file sharing, ed un servizio di posta, entrambi con milioni di utenti.

Di seguito riportiamo la notizia come l’abbiamo appresa da blog.bofh.it:

“Fri, 18 Jul 2014
Censurato in Italia mail.ru

Dopo la censura nel novembre 2013 di vk.com, il più grande social network russo, un altro importante sito russo è stato censurato in Italia: si tratta di mail.ru, il più grande portale del Paese e uno dei principali mail service provider del mondo.

Il decreto di sequestro è stato inviato ai principali provider di accesso italiani da un GIP di Roma, ed è motivato dalla pubblicazione illecita di due film. Tra gli altri 24 siti censurati con questo provvedimento c’è mega.co.nz, il popolare cyberlocker che ha sostituito MegaUpload.

Come al solito in Italia c’è l’abitudine di censurare importanti siti stranieri senza preoccuparsi dei danni collaterali. Come al solito si ordina di censurare un sito web ma vengono bloccati anche tutti gli altri servizi, come la posta. Come al solito la vittima del sequestro anomalo non è stata notificata, infatti i loro tecnici questa mattina cercavano di contattare colleghi italiani per capire cosa fosse successo…

L’elenco non ufficiale ma completo dei siti censurati in Italia è sempre disponibile sul mio sito http://censura.bofh.it/elenchi.html. “

The Internet’s Own Boy

lunedì, Luglio 14th, 2014

In memory of Aaron Swartz, one of us.

Saravá sotto attacco

martedì, Aprile 29th, 2014
Traduciamo e condividiamo da RiseUp
Il server principale di Saravá è attualmente a rischio sequestro da parte della pubblica accusa brasiliana. Questo accade proprio mentre il Brasile sta ospitando Netmundial, una conferenza sul futuro della gestione di Internet. Per ironia della sorte, il Brasile ha recentemente approvato una legge che potrebbe  teoricamente rappresentare una sorta di  “Carta dei diritti” di Internet. Nonostante questo, solo pochi giorni dopo l’approvazione della norma, il procuratore Edilson Vitorelli Diniz Lima ha deciso di chiedere il sequestro del server di Saravá – che ospita gruppi di ricerca, movimenti sociali, liste di discussione e altri strumenti di comunicazione che nulla hanno a che vedere con l’inchiesta in corso.
Fatto ancora più inquietante, la policy sulla privacy di Saravá spiega chiaramente che le informazioni che la pubblica accusa sta cercando non vengono registrate dall’organizzazione. La decisione della magistratura di sequestrare il server anche in assenza delle informazioni cercate sottolinea il vero obiettivo dell’accusa: reprimere il dissenso e ostacolare i movimenti sociali.
La pubblica accusa brasiliana deve interrompere queste attività, che violano direttamente l’articolo 3 del “Marco Civil da Internet”, dove sono espressamente protette la privacy, l’integrità dei dati personali e la libertà d’espressione.
Qui potete leggere il comunicato di Saravá al riguardo.
Aggiornamento: il 28 aprile il pubblico ministero ha sequestrato i dischi di Saravá, causando un down di qualche ora. I dischi erano crittati e comunque non contenevano i dati richiesti, e secondo la legge brasiliana i proprietari non sono comunque obbligati a presentare le chiavi private per decrittarli. La maggior parte dei servizi sono già tornati online.

fight back!

mercoledì, Gennaio 29th, 2014

#stoptheNSA

Per il prossimo 11 febbraio l’EFF, assieme ad altre organizzazioni, promuove una giornata di mobilitazione e protesta contro la sorveglianza ed il controllo di massa.

La scelta della data è altamente simbolica: nel gennaio del 2012 venivano abbandonate dal parlamento USA, sotto la pressione della proteste dentro e fuori internet, le proposte di legge SOPA e PIPA, che sotto la bandiera della difesa del copyright aprivano la strada ad una più stringente censura sul web (un modello simile al nostrano regolamento sul copyright dell’AGCOM, che entrerà in vigore il prossimo marzo).

Il giorno 11 gennaio 2013, un anno dopo la vittoria contro tali proposte di legge, veniva trovato morto Aaron Swartz, hacker, attivista, che partecipò attivamente alla campagna contro SOPA/PIPA. Aaron era sotto processo (rischiando decenni di carcere) per le sue azioni a favore dell’accesso libero alle pubblicazioni di riviste accademiche. Qui e qui e qui trovate altre iniziative in sua memoria, ma soprattuto per ricordare e continuare le battaglie che aveva combattuto.

Un anno ed un mese dopo, l’EFF propone di passare al contrattacco, e sul modello della mobilitazione contro SOPA e PIPA, propone una campagna di pressione sui rappresentanti al congresso degli Stati Uniti contro le leggi che permettono la sorveglianza di massa dentro e fuori il territorio USA.

Condividiamo gli obiettivi e le motivazioni di questa campagna e ci auguriamo che si moltiplichino il più possibile le iniziative contro lo strapotere degli apparati di sicurezza e di informazione sulle due sponde dell’Atlantico (e altrove). Anche se non ci aspettiamo molto da una campagna di pressione di questo tipo (è tipicamente americana e probabilmente andrebbe declinata in maniera leggermente diversa nel contesto europeo), ci piacerebbe vedere il governo USA (e gli altri) fare qualche passo indietro, anche momentaneo, sulle tematiche della sorveglianza, così come è avvenuto per gli ultimi tentativi di riforma del copyright.

copyright? copywrong!

mercoledì, Gennaio 15th, 2014

copywrong! Questa settimana la EFF ha promosso insieme a molte altre organizzazioni una settimana di informazione sul copyright, enunciando una serie di principi che potete trovare elencati qui con i relativi approfondimenti.

Per chi risiede in Europa c’e’ anche la possibilita’ di rispondere a un sondaggio promosso dalla commissione europea sul copyright, in modo che si verifichi se c’e’ un interesse sulla questione tra i cittadini europei e la commissione decida se e come legiferare sul tema. Sul sito copywrongs potete trovare un aiuto su come interagire con la commissione.

Nonostante noi non si abbia molta fiducia che dalle istituzioni possa arrivare un cambiamento sano, riteniamo giusto segnalare queste attivita’ in modo da favorire un dibattito su questa questione che da tanti anni ci vede in schierati dalla parte del Copyleft, delle Creative Commons e anche del No Copyright, insomma tutte le declinazioni del diritto d’autore che garantiscono che l’informazione possa essere libera e le persone possano formarsi e fruire della cultura fuori dalle logiche di mero mercato.

Encryption Works: How to Protect Your Privacy in the Age of NSA Surveillance

martedì, Settembre 24th, 2013

fotpf

We are glad to spread the word on this paper that aims to introduce to crypto tools for online privacy.
It is promoted by Freedom of the press foundation. You can find it here, or download a pdf copy from here.
Happy reading!

Siamo felici di far conoscere questo progetto che vuole introdurre agli strumenti di crittografia online per proteggere la propria privacy. E’ stato fatto dalla Freedom of the press foundation.
Potete vederlo online qui, o scaricarlo in pdf qui.
Purtroppo e’ solo in inglese per ora, se qualcuno volesse tradurlo sarebbe una cosa buona.
Buona lettura!