Retoricamente fine
L’ultimo dell’anno e’ un giorno intriso di rituali laici. Il brindisi, il cenone sono i piu’ condivisi. Mediaticamente il palinsesto e’ quasi scontato, con il discorso a reti unificate del presidente della repubblica. I rituali aprono alla retorica. E deve essere questo clima particolarmente adatto e pregno, come una vacca gravida, che ha ispirato la maggior parte del giornalismo italiano, che apre con due notizie a raffica: primo lula non ci rida’ battisti. Secondo e’ morto un alpino in afghanistan. La nostra italianita’ dovrebbe uscirne galvanizzata, immagino, e il paese piu’ unito. Maggioranza e opposizione possono dirsi tutti concordi: il brasile ha voluto vendicarsi per la tragedia della sarria’, del 1982. Erano cosi’ sicuri di passare il turno ai mondiali di Spagna ’82, che avevano gia’ prenotato l’albergo a madrid, e invece come sul piave li abbiamo ricacciati oltre oceano: 3 a 2, tripletta di rossi e parata sulla linea di porta di zoff intorno al 90′. Un colpo cosi’ non e’ facile da digerire. Hanno atteso quasi trenta anni. Perversi. Ma non hanno fatto tutto da soli. La Francia, quei maledetti figli di giacobini e algerini, covavano ancora l’odio per la recente faccenda Italia/Francia, mondiali del 2006, 6-4 ai rigori. La testata di Zidane… si capiva che non l’avrebbero presa bene. Accordi Francia/Brasile tesi a colpire il prestigio dell’Italia sulla scena internazionale, in vista dei mondiali del 2014, che guarda caso saranno proprio nella terra della samba e delle banane. E’ un peccato non potere avere qui battisti per potersi sfogare: bastardo te e gli amichetti con l’erre moscia, e le ballerine brasiliane. E noi invece qui, sulla sedia a rotelle, perche’ nostro padre non sapeva sparare e al posto di beccare i compagni tuoi, ha preso noi che siamo i suoi figli.
Meno male che ci sono i nostri ragazzi all’estero che tengono alto l’onore della bandiera. Forza azzurri.