Archive for the ‘Cronache_Terrestri’ Category

Retoricamente fine

sabato, Gennaio 1st, 2011

L’ultimo dell’anno e’ un giorno intriso di rituali laici. Il brindisi, il cenone sono i piu’ condivisi. Mediaticamente il palinsesto e’ quasi scontato, con il discorso a reti unificate del presidente della repubblica. I rituali aprono alla retorica. E deve essere questo clima particolarmente adatto e pregno, come una vacca gravida, che ha ispirato la maggior parte del giornalismo italiano, che apre con due notizie a raffica: primo lula non ci rida’ battisti. Secondo e’ morto un alpino in afghanistan. La nostra italianita’ dovrebbe uscirne galvanizzata, immagino, e il paese piu’ unito. Maggioranza e opposizione possono dirsi tutti concordi: il brasile ha voluto vendicarsi per la tragedia della sarria’, del 1982. Erano cosi’ sicuri di  passare il turno ai mondiali di Spagna ’82, che avevano gia’ prenotato l’albergo a madrid, e invece come sul piave li abbiamo ricacciati oltre oceano: 3 a 2, tripletta di rossi e parata sulla linea di porta di zoff intorno al 90′. Un colpo cosi’ non e’ facile da digerire. Hanno atteso quasi trenta anni. Perversi. Ma non hanno fatto tutto da soli. La Francia, quei maledetti figli di giacobini e algerini, covavano ancora l’odio per la recente faccenda Italia/Francia, mondiali del 2006, 6-4 ai rigori. La testata di Zidane… si capiva che non l’avrebbero presa bene. Accordi Francia/Brasile tesi a colpire il prestigio dell’Italia sulla scena internazionale, in vista dei mondiali del 2014, che guarda caso saranno proprio nella terra della samba e delle banane.  E’ un peccato non potere avere qui battisti per potersi sfogare: bastardo te e gli amichetti con l’erre moscia, e le ballerine brasiliane. E noi invece qui, sulla sedia a rotelle, perche’ nostro padre non sapeva sparare e al posto di beccare i compagni tuoi, ha preso noi che siamo i suoi figli.
Meno male che ci sono i nostri ragazzi all’estero che tengono alto l’onore della bandiera. Forza azzurri.

Il controllo sui flussi di informazioni, WikiLeaks e gli effetti collaterali

martedì, Dicembre 7th, 2010

L’importanza di WikiLeaks non è solo nell’informazione contenuta nelle specifiche comunicazioni che sono state rese pubbliche.

Nell’articolo Julian Assange and the Computer Conspiracy; ‘To destroy this invisible government’ viene commentato uno scritto di Assange, in cui l’australiano parla di come funzionano le cose secondo lui.

  • i regimi che limitano la libertà degli individui causa inevitabimente resistenza
  • per minimizzare queste resistenze è necessario mantenere le persone all’oscuro di determinate informazioni sugli obiettivi dei regimi
  • per conseguire questo scopo i regimi divengono cospirazioni perché controllano i flussi di informazioni tramite la segretezza

Ma queste restrizioni che i regimi impongono sulla circolazione delle informazioni hanno anche l’effetto collaterale di complicare le comunicazioni interne ai meccanismi del potere, riducendo l’efficienza dei meccanismi stessi.

Quando i controlli sul flusso di informazione falliscono, e in risposta la segretezza interna viene ulteriormente incrementata, il sistema nervoso dei regimi cospiratori si trova sempre più in difficoltà.

“WikiLeaks wants to provoke the conspiracy into turning off its own brain in response to the threat”: in reazione alla diffusione di informazioni riservate,  la cospirazione viene indotta a spegnersi – e secondo Assange, i regimi in questa situazione rischiano di venire sostituiti da forme più aperte di governo.

Julian Assange è stato arrestato oggi, martedì 7 dicembre 2010.

Sostieni WikiLeaks !
(perché ? ecco perché)

Sostieni WikiLeaks

domenica, Dicembre 5th, 2010

Le informazioni sono una banca: alcuni di noi sono ricchi, altri sono poveri. Noi abbiamo la missione di rapinare questa banca.
Genesis P-Orridge in Decoder di Klaus Maeck, 1983

Forse le rivelazioni di WikiLeaks non avranno scioccato i più cinici e smaliziati tra noi. Anche se a farlo sono i diplomatici statunitensi, dopo 15 anni di regime ci è difficile cadere dalle nuvole se viene suggerito che l’obiettivo primario di Silvio Berlusconi sia l’arricchimento personale. Così come non sorprende il quadretto che hanno dipinto della Russia: un paese in cui le questioni difficili (dai giornalisti critici ai contratti per le risorse naturali) vengono gestite tramite la mafia.

Un paio di rivelazioni a cui è stato dato un po’ meno risalto:

Le reazioni di censura e gli attacchi di ogni tipo contro WikiLeaks e contro il suo portavoce Julian Assange sono fortissime e aggressive. Il sito web è stato oggetto di denial of serviceAmazon, Paypal, EveryDNS e altre aziende hanno velocemente calato le braghe e interrotto ogni servizio, ubbidendo velocemente alle indicazioni dei politici statunitensi più reazionari. Noti giornalisti mainstream hanno esplicitamente chiesto l’uccisione di Assange o la sua reclusione in prigioni extra-legali come Guantanamo. In Italia, dove siamo persone perbene, perfino il più becero dei giornalisti di regime si limita ad augurare un semplice pestaggio nei confronti delle persone scomode (ma attento al karma, Emilio!). Apparentemente Assange si trova attualmente in Inghilterra, sotto il controllo dei servizi segreti inglesi, più o meno ufficialmente ricercato dalle polizie di Stati Uniti, Svezia, Australia e probabilmente molte altre nazioni.

La portata dell’azione di WikiLeaks non si limita a scombussolare le verità ufficiali dei regimi o a incrinare l’ipocrisia delle relazioni diplomatiche fra nazioni che si odiano. Aprendo gli occhi del grande pubblico, contribuisce a ridestare esigenze di trasparenza e di verità che non appartengono solo a chi come noi crede da sempre, radicalmente, nella completa libertà d’informazione. Si veda per esempio questa intervista a Felice Casson, oggi magistrato del PD (bleah) ma anche impegnato a sostegno della trasparenza degli Archivi di Stato.

WikiLeaks risponde a un bisogno diffuso, e lo fa senza venire a patti con la legalità, senza obbedire ai richiami e senza piegarsi di fronte alle minacce.

Norwegian crackdown: fatti e note a margine

lunedì, Novembre 22nd, 2010

English version below

Il collettivo Autistici/Inventati e l’Associazione Investici che lo rappresenta per questioni legali e burocratiche sono un gruppo di persone dedite al mantenimento e allo sviluppo di servizi di comunicazione elettronica per singoli, associazioni, gruppi informali e movimenti e hanno tra i loro obiettivi principali la difesa della libertà di espressione e della privacy.
La vicenda di cui stiamo scrivendo ha inizio tra il 9 dicembre 2008 e il 30 marzo 2009 ad Avezzano. Una querela dà vita a un’indagine, nella quale si sostiene che Gianluca Jannone, leader del gruppo neofascista “Casa Pound”, e Ercole Marchionni, fondatore di “Casa Pound Avezzano”, hanno subito atti intimidatori e diffamatori. Nello specifico vengono contestate una scritta su un muro, della vernice rossa su un campanello e alcuni scritti apparsi su abruzzo.indymedia.org e orsa.noblogs.org, nei quali si chiede di non consentire l’uso di spazi pubblici a gruppi dichiaratamente neofascisti.
In seguito alla querela si mette in moto il procuratore Stefano Gallo, insieme al Commissariato di Avezzano, e la pratica approda alla polizia postale di Milano.
Nell’agosto 2009 l’Associazione Investici (e quindi il collettivo Autistici/Inventati) viene sentita come persona informata sui fatti e dichiara di fronte a pubblici ufficiali che sui propri server non vi sono file di log relativi alla casella di posta orsa @ canaglie . net, né i dati anagrafici di chi l’ha richiesta. La Procura avvia una rogatoria internazionale (per minacce!!!) verso Norvegia, Olanda e Svizzera. Si tratta di ottenere dai provider in cui risiedono i server di Autistici/Inventati i dati che non hanno avuto dal nostro legale rappresentante, non per reticenza, ma per evidente assenza di tali informazioni.
A novembre 2010 la polizia postale norvegese procede a dar seguito alla rogatoria: si presenta negli uffici del nostro provider e pretende di copiare per intero tutti i dischi presenti sulla macchina, il cui contenuto è in gran parte cifrato. Circa due ore dopo il sequestro abbiamo riattivato i servizi su altri server. In circa 24 ore tutta la nostra infrastruttura girava esattamente come prima. In questo caso il piano R*, come meccanismo anticensura, ha funzionato discretamente.

Alcune osservazioni sui fatti

Pensiamo siano possibili diversi livelli di lettura sulla vicenda, in grado di innescare riflessioni su altrettanti aspetti della società italiana.
In primis i rapporti tra il neofascismo e le istituzioni. Recentemente si è concluso con una serie di assoluzioni il processo per la strage di Brescia. Ci sono state stagioni nella storia d’Italia in cui il neofascimo e alcuni apparati dello stato hanno avuto stretti rapporti. Storicamente ci sono diversi elementi che riconducono la strage di Brescia a gruppi neofascisti, e molto evidenti sono le coperture, i tentativi di insabbiamento, i silenzi che hanno coperto il tutto fino a oggi. A 30 anni dall’attentato è impossibile accertare qualsiasi forma di verità giudiziaria sulla vicenda. Il meccanismo di protezione innescato negli anni ‘70 ha funzionato perfettamente.
Questo tipo di atteggiamento è endemico e si ritrova anche in fatti più recenti e più piccoli, ma non meno dolorosi.
Gli assassini rei confessi di Dax sono stati condannati a pene ridicole, se paragonate ad esempio ai quattro anni per rapina inflitti a quattro antifascisti milanesi per aver sottratto un giubbotto a un naziskin.
Ci appare incomprensibile in questi giorni nei quali tutte le procure d’Italia lamentano i tagli e la scarsità di fondi, che una querela di parte recepita dal Commissariato di Avezzano per delle vicende di minima entità scateni in una Procura della Repubblica la smania di tre rogatorie internazionali per acquisire dati che non esistono o che sono privi di qualsiasi rilievo investigativo.
Riusciamo a comprenderlo solo se postuliamo che la voce di “Casa Pound” abbia una certa influenza in qualche parte delle questure italiane.
In quanto interpellati come persone informate sui fatti e quindi costretti a rispondere, abbiamo esplicitamente dichiarato di non possedere le informazioni richieste. Il sequestro successivo indica che non siamo stati creduti.
Non comprendiamo quale sia la ragione giuridica di arrecare un danno alla riservatezza di 2000 persone per avere la prova della non esistenza di dati relativi a un singolo e sconosciuto individuo. L’indagine riguarda una singola casella di posta, per la quale vengono richiesti oggi, nel novembre 2010, log relativi alla fine del 2008, che noi comunque non possedevamo neppure allora.
Alcune delle risposte si potrebbero forse trovare nel testo della rogatoria. Riportiamo la brillante traduzione inglese:
“to obtain the file of log, and IP-access, for consultation, registration, change of password and updating relative to the mailbox ORSA @ CANAGLIE . NET (SHE-BEAR @ SCOUNDREL . NET) in the time span 2008–12-09 to 2009–12-09.”
La procura ha richiesto il sequestro, ma non è in grado di comprendere che tradurre il nome utente e il dominio della mail è ridicolo, oltre che inutile. Onestamente non ci sembra un organismo adeguato a fare valutazioni tecniche rispetto a un caso correlato con le tecnologie di comunicazione informatica.
Cercando di tirare le somme: l’operazione ci appare una piccola ritorsione intimidatoria di carattere politico verso Autistici/Inventati in quanto ritenuti reticenti nel fornire un’informazione che non abbiamo, non abbiamo mai avuto e continueremo a non avere.
Una piccola ritorsione che però comporta un problema di riservatezza non indifferente per i 2000 utenti che usavano quel server. Allo stesso modo i fatti da cui scaturisce tutta l’indagine ci appaiono ingigantiti. Si parte da un minuto scontro politico, per arrivare attraverso l’uso di reati sovradimensionati a tre rogatorie internazionali.
Su queste linea ogni lite tra vicini di casa si può trasformare in un intrigo internazionale. Tutto questo non ha senso, ma in tutta questa vicenda troviamo ben poco di sensato.

***

[english version]

A/I’s Norwegian crackdown in a nutshell

The Autistici/Inventati collective and the Investici Association, which represents the collective in legal and bureaucratic matters, are a group of people who mantain and develop electronic communication services for individuals, associations, informal groups and movements and, among their particular aims, defend the freedom of expression and privacy.
The story we are going to tell started in Avezzano, Italy, between the 9th December 2008 and the 30th March 2009. A lawsuit gave rise to an investigation where it is mantained that Gianluca Jannone, leader of the neo-fascist group “Casa Pound”, and Ercole Marchionni, founder of “casa pound Avezzano”, suffered threats and slander. In particular, there are charges concerning a message painted on a wall, some red paint on a door bell and some texts published on abruzzo.indymedia.org and orsa.noblogs.org, claiming that no public space should be given to declared neo-fascist groups.
After this lawsuit, public prosecutor Stefano Gallo activated together with the Avezzano police office, and the case reached the postal police in Milan. In August 2009 the Investici Association (and therefore the Autistici/Inventati collective) was called to witness, and formally declared in front of police agents that no log files linked with the orsa @ canaglie . net mailbox were kept in its servers, nor did the association have any personal data regarding the subscriber of the mailbox.
The Avezzano police office sent a rogatory letter (with charges of threats!!!) to Norway, Holland and Switzerland, asking the local authorities to contact the providers where Autistici/Inventati keeps its servers and obtain the data that our legal representative had not given them – not with reticence, but because that information is clearly unavailable.
In November 2010 the Norwegian postal police performed their duty towards their Italian colleagues: they turned up at our provider’s webfarm and asked to copy all the disks in the server, whose contents are mostly encrypted.
About two hours after the seizure, we re-activated the services in different servers. After approximately 24 hours, our whole infrastructure was running exactly as before. In this case the R* Plan worked nicely as an anti-censorship system.

Some considerations

We think that what happened can be read at several levels, reflecting different facets of the Italian society.
First of all, the relationships between Neo-Fascism and institutions. Recently the process related to the Piazza della Loggia bombing ended with a series of acquittals. In two different phases of the Italian history, Neo-Fascism and some state organizations where closely connected. Historically, several elements link the Piazza della Loggia bombing with neo-fascist groups, and in this case there have been clear cover-ups, attempts to pigeon-hole the case, and silences which have obscured many details until today. Thirty years after that attack, it is impossible to obtain some kind of truth about what happened. The protection mechanism that was started in the 70s worked perfectly well.
This kind of attitude is endemic, and can be found in more recent incidents that may be minor but are nonetheless painful.
The men who confessed to have killed the antifascist activist Dax have been sentenced to ridiculous punishments, if compared for instance to the four-year imprisonment sentence given to four Milanese anti-fascists who had “robbed” a nazi-skin by taking his jacket.
These days, when all over Italy the police is complaining about reduced funds, we find it unexplainable that a private lawsuit filed at the Avezzano police office regarding minor events can unleash an international rogatory frenzy aimed at acquiring data that are inexistent and would be irrelevant to any investigation.
We can explain this only if we assume that “Casa Pound” has a certain influence in some sectors of the Italian police.
Since we were asked to witness and bound to answer, we have clearly declared that we did not have the requested information. The subsequent seizure means that they did not believe us.
We don’t understand what legal motivation can justify a damage to 2,000 people’s privacy just to obtain an evidence that the data regarding one unknown individual do not exist. This investigation regards a single mailbox, and what was requested in November 2010 was some logs dating back to late 2008, which we did not have even back then.
Some answers can be perhaps found in the text of the rogatory letter, and a passage from that brilliant English translation must be quoted:

“to obtain the file of log, and IP-access, for consultation, registration, change of password and updating relative to the mailbox ORSA @ CANAGLIE . NET (SHE-BEAR @ SCOUNDREL . NET) in the time span 2008–12-09 to 2009–12-09.”

The Public prosecutor’s office ordered the seizure, but did not realize that translating a user name and a mail domain is as ridiculous as it is useless. To be honest, we don’t think that this office is able to produce any technical assessments regarding an IT case.
To sum up: this action appears as a small political intimidatory retaliation against Autistici/Inventati, who have been considered reticent in denying a piece of information we have never had and never will have in the future.
But this small retaliation implies a major privacy problem for the 2,000 users who had a space in that server. Likewise, the facts that gave rise to this investigation have been seemingly overrated. Starting from an irrelevant political skirmish, overstated charges were used to send three rogatory letters abroad.
Along this line, any argument among neighbors could be turned into an international plot.
This makes no sense, but in the end, nothing makes much sense in this whole story.

La talpa

giovedì, Settembre 30th, 2010

Dai media abbiamo appreso questa notizia

http://www.trackback.it/articolo/microsoft-abbandona-windows-live-spaces-per-wordpress/25295/

Si concretizzano cosi’ i nostri sospetti che all’interno del collettivo operi una talpa al soldo delle
multinazionali. Troppo evidenti sono infatti le somiglianze tra il passaggio di noblogs.org
a wordpress e l’operazione equivalente intrapresa dalla microsoft per windows live spaces.

Come delineato nel nostro libro rosso delle procedure di emergenza:
ogni membro del collettivo sara’ sottoposto seduta stante ad un volontario e serrato interrogatorio
secondo i dettami del Voigt-Kampff. Il/i responsabile/i dovranno recidersi volontariamente il mignolo della
mano sinistra, spedirlo mezzo raccomandata presso la nostra casella postale,
ed al ricevimento della ricevuta di ritorno partire a proprie spese
per un periodo di villeggiatura/riflessione presso una localita’ che non possiamo rendere nota
nell’arcipelago delle isole della nuova siberia.

Cerca la tua piccola storia di rivolta in famiglia!

giovedì, Settembre 23rd, 2010

Grazie a un tweet di Wu Ming siamo arrivati a scoprire un interessantissimo articolo sul blog degli storici del Friuli Occidentale che insegna come consultare il Casellario Politico Centrale del PNF (Partito Nazionale Fascista). Ovviamente attraverso l’articolo si scoprono un sacco di risorse archivistiche molto poco pubblicizzate, ma molto interessanti dal punto di vista storico e culturale. Ovviamente se ci fosse qualcuno ancora attento a un concetto così obsoleto come quello di storia e memoria, nell’eterno presente del Paese che Non C’è in cui viviamo e non prosperiamo.

Se volete essere gentili andate al link degli storici, altrimenti le istruzioni in breve sono queste: andate sul sito dell’Archivio dei Beni Culturali dello Stato sezione Casellario Politico e cliccate su Ricerca. Da lì potrete vedere se un vostro nonno o un vostro bisnonno erano della vostra stessa opinione riguardo a cosa fare delle camicie nere (un sol fascio e poi… ecc ecc.). Buon divertimento e buon salto nel vostro e nostro passato e presente!

Una manciata di ricordi

martedì, Luglio 20th, 2010

Sul tema della memoria e del ricordo si giocano i nostri giorni a venire. Un po’ tutti rivendicano per sé qualcosa da non dimenticare, da sottrarre all’oblio. La parola oblio ricorre spessissimo nelle cronache d’italia. Ed in questa confusione di cose da ricordare si perde il senso del ricordo. Cosa significa ricordare genova 2001 per noi? Immagino che in qualche modo sia fare una scelta di campo precisa.
Le poche volte in cui si parla di memoria collettiva italiana si fa riferimento a un quadro ideologico misero, ma ben preciso: principalmente bisogna ricordarsi delle foibe e delle vittime del terrorismo. Questa è la base del humus ideologico di questi anni. Ideologia morbida, rarefatta e debole, perché così è nella corte della nostra penisola. Non vanno di moda le emozioni troppo forti, se non a base di cocaina. Secondariamente bisogna ricordare la resistenza, che però ha un po’ rotto le palle. E comunque non dimentichiamoci il contraltare delle foibe, per carità di dio.
Ci si dovrebbe ricordare che l’italia è una repubblica evolutasi dal fascismo attraverso un tranquillo processo di trasformazione attuato dagli alleati, che però sono stati gentili e hanno fatto partecipare anche noi, con la resistenza. L’episodio cardine comunque rimangono le foibe. Poi è filato tutto liscio per 30 anni circa, fino a quando una parte di italia è impazzita e ha deciso che voleva fare la rivoluzione dei matti e allora i pazzi fuori dai manicomi hanno iniziato a spararsi e sono morte tante persone, un po’ meno che per le foibe, ma sempre tante. Per fortuna ora sono 30 anni che va di nuovo tutto liscio, basta ricordare sempre le foibe e le vittime del terrorismo.

Ripensando a genova 2001 è difficile però rientrare in questo quadro, perché la memoria dipinge una tela dai colori e dalle forme diverse. E io ricordo la rabbia e la sofferenza, ma anche la gioia e il senso di stare facendo qualcosa per provare a cambiare lo schifo di questi 40 anni di niente a cui pallidi ricordi ci hanno condannato. Ricordo i motivi di una lotta, che non è terminata, né si è spenta in ciò che mi sta attorno. E così la memoria ha un senso, anche se fa male e stringe la bocca dello stomaco.

Non so se questa manciata di ricordi possa dirsi memoria, ma nel nostro quotidiano è difficile ricomporre i pezzi. Se la nostra memoria fosse più articolata forse anche i fili che ci legano sarebbero più forti e di conseguenza la nostra presa sul reale. Ma è molto difficile tracciare un percorso di ricordi comuni nel mondo degli specchi luminosi.

20 luglio 2001 – 20 luglio 2010 la memoria è un ingranaggio collettivo

martedì, Luglio 20th, 2010


C’è chi non dimentica.
C’è chi non perdona.
C’è chi non lascia la propria storia ad un’aula di tribunale.

A Carlo con la stessa rabbia di sempre.
Chi dimentica uccide.

La storia non insegna

lunedì, Maggio 31st, 2010

English version below

Una notte. Una nave. Decine di uomini e donne che vogliono portare aiuto ad altri uomini e donne. Improvvisamente: spari, bombe, elicotteri, assalti, morti (per ora 19), feriti, un massacro. Uno sterminio. Luci ed esplosioni che squarciano il cielo. Grida e sangue innocente. I visi distorti dalla ferocia.
Non è il racconto dell’attacco notturno di una squadraccia contro i partigiani, o quello di un blitz delle SS per scovare ebrei nascosti in territorio tedesco. È la storia di quello che lo Stato di Israele ha appena compiuto contro una nave di aiuti umanitari diretta verso la Striscia di Gaza.
La Freedom Flotilla è stata assaltata e le persone a bordo massacrate. Le ultime di migliaia di vittime della foga omicida dello Stato di Israele.

Non è un videogame. Non è un incidente. È un atto premeditato di prepotente violenza per mandare un segnale a tutti coloro che non accettano la dittatura di Tel Aviv, che non accettano che milioni di persone siano rinchiuse da anni in un lager a cielo aperto. Senza cibo. Senza medicinali. Senza libertà.
Allo Stato di Israele e a molti dei suoi cittadini e sostenitori la storia non insegna nulla. Un terribile rovesciamento della storia in cui i protagonisti del più grande genocidio si rendono protagonisti a loro volta dell’oppressione e dello sterminio lento e inesorabile di un intero popolo.

La strage della Freedom Flotilla deve riportare Israele e i suoi sostenitori nella storia. E ognuno di noi deve agire perché non si torni più indietro. Torniamo a riempire le piazze. Torniamo a gridare il nostro dolore e la nostra rabbia. Torniamo a vivere la rivolta.


In ogni città. In ogni strada. In ogni quartiere.
Intifada.
Per non dimenticare tutte le vittime del regime israeliano.
Libertà per il popolo palestinese.

Il collettivo di A/I
autistici.org
inventati.org
noblogs.org

Aggiornamenti su: Italy Indymedia
Mobilitazioni: Forum Palestina (altro…)

Da A/I un abbraccio a Blackout

domenica, Marzo 7th, 2010

Qualcosa di significativo rischia di essere spazzato via.
Gli acari del fine secolo scorso credo abbiano diversi ricordi legati all’emittente radio Blackout di Torino. La prenderemo un po’ larga, ma il gusto di raccontare come i nonni davanti al focolare, e’ qualcosa a cui non riusciamo a resistere. Non sappiamo se tanti o pochi di voi ricordano zero bbs. Erano gli anni 90 ed era il tempo di cybernet, di internet si sentiva parlare poco. Zero bbs era una bbs torinese, per qualche tempo visse a stretto contatto con una radio autogestita, radio Blackout. Qualcuno di voi ricordera’ meglio forse un libro “Kriptonite“. Due autori del testo erano gli animatori di zero bbs, e altri ancora bazzicavano la redazione di radio Blackout nella prima sede di via Sant’anselmo. Se guardate tra le adesioni nel sito del primo hackmeeting a Firenze nel 98 troverete anche una radio, Blackout per l’appunto.
(altro…)