Archive for the ‘Questioni_legali’ Category

Richiesta di sequestro preventivo di una pagina su noblogs.org

sabato, Novembre 8th, 2014

Nella giornata di oggi ci è stata notificato un decreto di sequestro preventivo per la pagina http://hrriya.noblogs.org/post/2014/03/03/cie-di-ponte-galeria-il-medico-e-le-iniezioni-forzate-di-psicofarmaci/ in seguito a una querela della Cooperativa Auxilium che ne richiedeva urgentemente l’oscuramento.

Purtroppo, a noi non risulta che tale indirizzo esista e quindi a malincuore non abbiamo potuto ottemperare al decreto, ma forse si riferivano a un’altra URL: http://hurriya.noblogs.org/post/2014/03/03/cie-di-ponte-galeria-il-medico-e-le-iniezioni-forzate-di-psicofarmaci/.

Seguiranno aggiornamenti, immaginiamo.

Richieste di nuovi servizi temporaneamente disattivate

venerdì, Agosto 9th, 2013

[english version below]

Giovedì 8 agosto Lavabit, un provider statunitense che offre caselle di posta sicure tra cui quella usata da Edward Snowden, è stato costretto a chiudere all’improvviso per essersi rifiutato di consegnare all’NSA dati sui suoi utenti.
Dopo alcune ore un altro servizio analogo, Silent Circle, ha deciso di chiudere a sua volta per prevenire rischi per i propri utenti.
A questi eventi ha fatto seguito una prevedibile impennata nelle richieste dei nostri servizi, una situazione eccezionale a cui A/I per il momento non è in grado di far fronte.
Per questo abbiamo deciso di bloccare temporaneamente la richiesta di nuovi servizi finché non avremo trovato un modo ragionevole di sostenere l’ondata.
Siate pazienti e comprensivi: riattiveremo tutto al più presto.



Requests for new services temporarily suspended

On Thursday 8th August, Lavabit, an American provider offering secure mail services including Edward Snowden’s mailbox, was suddenly forced to shut down after having refused to give data on its users to the NSA.
Hours later, Silent Circle, a similar service, decided to pre-emptively shut down their email service to avoid risks for their users.
After this, we witnessed a predictable surge in requests for our services, an unprecedented situation that A/I isn’t currently able to face.
Therefore we have decided to temporarily suspend the requests for new services, until we find a reasonable way to sustain this rise.
Please, be patient and understanding: everything will be re-activated as soon as possible.

Political censorship attempt from Catalunia / Intent de censura des de Catalunya / Tentativo di censura politica dalla Catalogna

sabato, Novembre 24th, 2012

(Feu clic aquí per veure versió en català)
(Clicca qui per la versione in italiano)

Elections in Catalunia are approaching, and one of our users has set up a parody website exposing the actions of some indipendentists catalan politicians: http://www.autistici.org/convenienciaiunio/

The site denounces the acts of the catalan nationalist party, Convergence and Union – http://www.ciu.cat/ , whilist using similar logos and writings, it exposes some of the truths behind several people of this party.

This satire must have been very succesful, as in the last two days, various “net-cops” have requested the takedown of this website through multiple channels by presenting themselves (alternatively) as:

  • CESICAT – Government of Catalonia Cyber-security department (and their jurisdiction should be limited only Catalan state entities – this unusual intervention makes one wonder how thin the distinction between catalan institutions and the reigning party is…)
  • The responsible for publications, websites and social networks of the party who is the target of the parody.
Depending on what part of the good cop/bad cop game they were playing at the moment, our net-cops made ridiculous allegations to our user, as far as accusing him of  “phishing” , or pointing out that by spreading fake information this user has goals that are “the opposite of what you promote on your website”.

All of which is blatantly not true, of course. It’s simply an attempt to gag a well-executed satire on the web.

The best answer to these silly requests, and to everybody trying to impose censorship on the freedom of expression on the internet,  is to mirror this website as much as possible.

Spread the word about it, let the “Streisand effect” have its revenge on those who can’t understand you can’t censor free speech on the ‘net.

We, on our side, we won’t take the site down as we think it’s perfectly legitimate and there’s no legal grounds for a Catalan entity to act towards us.
As a final note, just to remember, we still don’t keep any activity log, no IP addresses and no mean to identify our users, either availing of our services or browsing our website.

// Català:

S’apropen les eleccions catalanes, i un dels nostres usuaris ha realitzat un web paròdic exposant les accions d’alguns polítics independentistes catalans: http://www.autistici.org/convenienciaiunio/

El web denuncia diverses actuacions del partit nacionalista català, Convergència i Unió – http://www.ciu.cat/, fent servir logos i escrits similars, i exposa algunes veritats rere diversos membres del partit.

Aquesta sàtira deu haver tingut molt d’èxit, i durant els darrers dos dies, diversos “policies de la xarxa” han demanat la retirada d’aquest web fent servir diversos canals presentant-se a sí mateixos (alternativament) com:

CESICAT – departament de ciber-seguretat del govern català (la seva jurisdicció hauria d’estar limitada a entitats públiques catalanes  – aquesta intervenció inusual ens meravella de com de fina és la distinció entre les institucions catalanes i el partit al govern…)

El responsable de les publicacions, webs i xarxes socials del partit que és objecte de la paròdia.

Depenent de quin rol (poli bo / poli dolent) han fet servir fins ara, els nostres “policies de la xarxa” fan al·legacions ridícules cap al nostre usuari, tant com acusant-lo de “phishing”, o assenyalant que divulgant informació falsa aquest usuari té objectius que són “els oposats a allò que promovem al vostre web”.

Tot això és descaradament fals, per descomptat. És tant sols un intent d’emmordassar una sàtira ben feta en la web.

La millor resposta a aquestes peticions ximples, i a tothom que vulgui provar d’imposar la censura de la llibertat d’expressió a la xarxa, és fer tants mirrors d’aquest web com sigui possible.

Feu difusió d’això que està passant, deixem que l’efecte Streisand es prengui la seva revenja sobre aquells que no puguin entendre que no es pot censurar la llibertat d’expressió a la xarxa.

Nosaltres, per la nostra banda, no treurem el web donat que pensem que és perfectament legítim i que no n’hi ha cap base legal per tal que cap organisme català actuï contra nosaltres. Com a nota final, només per fer memòria, continuem sense desar cap mena de log d’activitats, adreces IP, i res que pugui ajudar a identificar els nostres usuaris, tant pel que fa als nostres usuaris com als lectors que llegeixin el nostre web.

// Italiano:

Le elezioni in Catalogna sono imminenti e uno degli utenti di Autistici/Inventati ha messo in piedi un sito-parodia che denuncia il modus operandi di alcuni politici indipendentisti catalani.

Questo sito è una versione satirica di quello del Partito Nazionalista Catalano, “Convergenza e Unione”, http://www.ciu.cat/; il sito-parodia, che usa grafica, font e layout simili a quelli dell’originale, riporta però un po’ di verità evidentemente scomode su taluni aderenti al suddetto partito.
Quest’operazione satirica deve avere avuto un certo successo, visto che negli ultimi due giorni vari “net-cop” hanno richiesto di tirar giù il sito attraverso molteplici canali, presentandosi, alternativamente, come
  • CESICAT – Dipartimento per la cyber-sicurezza del governo catalano (la giurisdizione di costoro è ovviamente limitata alla regione catalana; per altro, è interessante osservare la irritualità di questo intervento, che solleva molte domande tra l’effettivo grado di separazione tra istituzioni catalane e il partito politico dominante…)
  • responsabili per le pubblicazioni, i siti web e i social network del partito preso di mira dal sito-parodia.
A seconda del ruolo interpretato in quel momento (poliziotto cattivo/poliziotto buono), i net-cop in questione hanno mosso accuse ridicole nei confronti dei nostri utenti, come ad esempio accusarli di “phishing” o sottolineare che la diffusione di “false” informazioni da parte dell’utente in questione era contrario allo spirito e alle policy di Autistici/Inventati.
Tutto ciò è palesemente e ridicolmente falso, è semplicemente un tentativo di soffocare e mettere a tacere una ben riuscita operazione di satira e denuncia sul web.
La miglior risposta a queste sciocche richieste e a chiunque tenti di imporre censura alla libertà di espressione su internet e quella di replicare quel sito web il più possibile.
Diffondete questo episodio, fate sì che l’”effetto Streisand” faccia il proprio corso  corso nei confronti di coloro che ancora non vogliono comprendere che è impossibile censurare la libertà di parola sulla rete.
Dal canto nostro, non abbiamo alcuna intenzione di tirar giù quel sito, che ci appare assolutamente legittimo e visto che non c’è alcuna base legale sulla quale un’entità governativa catalana possa agire contro di noi.
Come nota finale, vogliamo ricordare a tutti che non conserviamo nessun log delle attività degli utenti, nessuna informazione sugli indirizzi IP sorgenti e non abbiamo alcuna possibilità di identificare i nostri utenti, sia che questi semplicemente accedano alle nostre pagine web sia che utilizzino i nostri servizi.
Il collettivo Autistici/Inventati.

A/I batte Prefettura e Vigili di Firenze

venerdì, Settembre 21st, 2012

Ormai quasi un anno fa ci giunse la notifica di una multa per affissione abusiva, pochi spicci a dire il vero, ma considerato che A/I non fa manifesti dal lontano 2007 ci sembrava strano che nel 2011 qualcuno avesse qualcosa da attribuirci. Infatti venimmo a scoprire che la solerte vigilanza di Firenze voleva farci pagare l’affissione (a loro dire abusiva) di manifesti che recavano come contatto la mail lariottosa chiocciola insiberia.net, essendo noi titolari del dominio.

“Bravi, bel tentativo. Ma se pensate di fregarci così state freschi,” abbiamo pensato. Perché se venissimo ritenuti responsabili di tutto quello che combinano i nostri utenti o di tutti i luoghi dove un nostro dominio compare come riferimento passeremmo più tempo nelle aule di tribunale e nelle sale d’attesa di commissariati e caserme che non a vivere la nostra vita.

Ma la situazione ci pose di fronte al terribile dilemma: pagare gli spicci e fregarcene per non sentire più parlare di codesti loschi individui che nulla hanno di meglio da fare che rincorrere email vergate su pezzi di carta appiccicati alla bell’e meglio su muri scrostati, oppure intignarci il giusto per punire i colpevoli dell’ingiustizia, animati dal sacro fuoco dell’astio nei confronti dei soprusi?

Abbiamo scelto la tigna. E pagato un avvocato (4 volte il valore della multa) per far sapere alla Prefettura di Firenze che non si può attribuire la responsabilità di un manifesto (o di un volantino) ad A/I solo perché chi lo ha scritto ha una mail da noi. E la Prefettura dopo aver cincischiato un po’ ci ha risposto che “ehm, sì, in effetti, avevamo ragione” e che era meglio darci ragione e pagare le spese legali.

E così vissero tutti felici, contenti, tignosi e nel giusto.
Come sempre, quando si parla di A/I e diritti digitali.

A buon rendere.

Giudice del Lavoro ipersensibile in quel di Siena censura noblogs.org!

mercoledì, Agosto 22nd, 2012

Giovedì 16 agosto siamo stati obbligati a rimuovere un post di un blog di noblogs in seguito a un decreto di sequestro ai sensi dell’art. 321 c.p.p.

Il post in questione era ospitato dal blog “Fratello Illuminato” (http://shamael.noblogs.org) ed era una storiella un po’ confusa a proposito di un giudice e della contea dei Seni. Se lo avessimo letto senza avere sotto mano il decreto di sequestro non avremmo mai capito che la storiella si riferiva (così sostengono chi ha disposto la querela e il GIP) a uno specifico giudice del lavoro di Siena e a sue supposte malefatte. E siamo purtroppo convinti che se non ci fosse stato di mezzo una piccola cittadina di provincia e un notabile del paese, la solerte richiesta sarebbe stata infilata in fondo alla cima di atti che un GIP deve vagliare con un sorriso.

Perché la storiella del post (che penso potrete trovare in giro cercando “Storia di un giudice del lavoro e Marco Porcio CATONE noblogs” sulla cache di google per esempio) è veramente ridicola, e se colui che si ritiene il diretto interessato avesse lasciato perdere nessuno se ne ricorderebbe a distanza di più di un anno dalla sua pubblicazione.

Cosi’ invece rientrera’ nel novero dei casi di quotidiana censura in rete: grande o piccola che sia, per noi rappresenta sempre un problema, perche’ ogni cedimento in questo senso contribuisce a creare dei precedenti e un clima sfavorevole alla liberta’ di comunicare. In ogni modo possibile, anche con stupide storielle satiriche.

Con A/I tentiamo di preservare la riservatezza degli utenti, non registrando nei log indirizzi IP né altre informazioni, né tantomeno la corrispondenza tra identità anagrafiche e servizi che offriamo. Purtroppo però non possiamo molto di fronte a un decreto di un magistrato che ci ingiunge di oscurare un post (e per fortuna si è limitato a questo, in altre occasioni qualcuno aveva avuto la bella pensata di oscurare interi domini o sequestrare interi server per una stupidaggine del genere).

Nel frattempo se qualcuno avesse voglia di diffondere la storiella in questione noi non potremmo certo opporci preventivamente, e toccherebbe al nostro ipersensibile giudice del lavoro senese correre ai ripari.

Server ECN sequestrato dall’FBI

venerdì, Aprile 20th, 2012

Sequestro del server – aprile 2012

Attacco all’anonimato

Lo scorso mercoledì, 18 aprile, alle 16:00 ora di New York City (le 22:00 ora italiana), le autorità Federali statunitensi hanno rimosso un server dalla colocation condivisa da Riseup Networks e May First/People Link a New York City. Il server sequestrato era gestito dall’italiana ECN.org il più vecchio fornitore di servizi internet indipendente d’Europa che, tra le altre cose, fornisce il servizio di anonymous remailer Mixmaster, obiettivo di un’indagine dell’FBI in merito alle minacce di attentati all’Università di Pittsburgh.

(altro…)

ECN server seized by FBI

giovedì, Aprile 19th, 2012

Original press release

FBI seizes server providing anonymous remailer and many other services
from colocation facility.

Attack on Anonymous Speech

On Wednesday, April 18, at approximately 16:00 Eastern Time,
U.S. Federal authorities removed a server from a colocation facility
shared by Riseup Networks and May First/People Link in New York
City. The seized server was operated by the European Counter Network
(“ECN”), the oldest independent internet service provider in Europe,
who, among many other things, provided an anonymous remailer service,
Mixmaster, that was the target of an FBI investigation into the bomb
threats against the University of Pittsburgh.
(altro…)

Norwegian crackdown: fatti e note a margine

lunedì, Novembre 22nd, 2010

English version below

Il collettivo Autistici/Inventati e l’Associazione Investici che lo rappresenta per questioni legali e burocratiche sono un gruppo di persone dedite al mantenimento e allo sviluppo di servizi di comunicazione elettronica per singoli, associazioni, gruppi informali e movimenti e hanno tra i loro obiettivi principali la difesa della libertà di espressione e della privacy.
La vicenda di cui stiamo scrivendo ha inizio tra il 9 dicembre 2008 e il 30 marzo 2009 ad Avezzano. Una querela dà vita a un’indagine, nella quale si sostiene che Gianluca Jannone, leader del gruppo neofascista “Casa Pound”, e Ercole Marchionni, fondatore di “Casa Pound Avezzano”, hanno subito atti intimidatori e diffamatori. Nello specifico vengono contestate una scritta su un muro, della vernice rossa su un campanello e alcuni scritti apparsi su abruzzo.indymedia.org e orsa.noblogs.org, nei quali si chiede di non consentire l’uso di spazi pubblici a gruppi dichiaratamente neofascisti.
In seguito alla querela si mette in moto il procuratore Stefano Gallo, insieme al Commissariato di Avezzano, e la pratica approda alla polizia postale di Milano.
Nell’agosto 2009 l’Associazione Investici (e quindi il collettivo Autistici/Inventati) viene sentita come persona informata sui fatti e dichiara di fronte a pubblici ufficiali che sui propri server non vi sono file di log relativi alla casella di posta orsa @ canaglie . net, né i dati anagrafici di chi l’ha richiesta. La Procura avvia una rogatoria internazionale (per minacce!!!) verso Norvegia, Olanda e Svizzera. Si tratta di ottenere dai provider in cui risiedono i server di Autistici/Inventati i dati che non hanno avuto dal nostro legale rappresentante, non per reticenza, ma per evidente assenza di tali informazioni.
A novembre 2010 la polizia postale norvegese procede a dar seguito alla rogatoria: si presenta negli uffici del nostro provider e pretende di copiare per intero tutti i dischi presenti sulla macchina, il cui contenuto è in gran parte cifrato. Circa due ore dopo il sequestro abbiamo riattivato i servizi su altri server. In circa 24 ore tutta la nostra infrastruttura girava esattamente come prima. In questo caso il piano R*, come meccanismo anticensura, ha funzionato discretamente.

Alcune osservazioni sui fatti

Pensiamo siano possibili diversi livelli di lettura sulla vicenda, in grado di innescare riflessioni su altrettanti aspetti della società italiana.
In primis i rapporti tra il neofascismo e le istituzioni. Recentemente si è concluso con una serie di assoluzioni il processo per la strage di Brescia. Ci sono state stagioni nella storia d’Italia in cui il neofascimo e alcuni apparati dello stato hanno avuto stretti rapporti. Storicamente ci sono diversi elementi che riconducono la strage di Brescia a gruppi neofascisti, e molto evidenti sono le coperture, i tentativi di insabbiamento, i silenzi che hanno coperto il tutto fino a oggi. A 30 anni dall’attentato è impossibile accertare qualsiasi forma di verità giudiziaria sulla vicenda. Il meccanismo di protezione innescato negli anni ‘70 ha funzionato perfettamente.
Questo tipo di atteggiamento è endemico e si ritrova anche in fatti più recenti e più piccoli, ma non meno dolorosi.
Gli assassini rei confessi di Dax sono stati condannati a pene ridicole, se paragonate ad esempio ai quattro anni per rapina inflitti a quattro antifascisti milanesi per aver sottratto un giubbotto a un naziskin.
Ci appare incomprensibile in questi giorni nei quali tutte le procure d’Italia lamentano i tagli e la scarsità di fondi, che una querela di parte recepita dal Commissariato di Avezzano per delle vicende di minima entità scateni in una Procura della Repubblica la smania di tre rogatorie internazionali per acquisire dati che non esistono o che sono privi di qualsiasi rilievo investigativo.
Riusciamo a comprenderlo solo se postuliamo che la voce di “Casa Pound” abbia una certa influenza in qualche parte delle questure italiane.
In quanto interpellati come persone informate sui fatti e quindi costretti a rispondere, abbiamo esplicitamente dichiarato di non possedere le informazioni richieste. Il sequestro successivo indica che non siamo stati creduti.
Non comprendiamo quale sia la ragione giuridica di arrecare un danno alla riservatezza di 2000 persone per avere la prova della non esistenza di dati relativi a un singolo e sconosciuto individuo. L’indagine riguarda una singola casella di posta, per la quale vengono richiesti oggi, nel novembre 2010, log relativi alla fine del 2008, che noi comunque non possedevamo neppure allora.
Alcune delle risposte si potrebbero forse trovare nel testo della rogatoria. Riportiamo la brillante traduzione inglese:
“to obtain the file of log, and IP-access, for consultation, registration, change of password and updating relative to the mailbox ORSA @ CANAGLIE . NET (SHE-BEAR @ SCOUNDREL . NET) in the time span 2008–12-09 to 2009–12-09.”
La procura ha richiesto il sequestro, ma non è in grado di comprendere che tradurre il nome utente e il dominio della mail è ridicolo, oltre che inutile. Onestamente non ci sembra un organismo adeguato a fare valutazioni tecniche rispetto a un caso correlato con le tecnologie di comunicazione informatica.
Cercando di tirare le somme: l’operazione ci appare una piccola ritorsione intimidatoria di carattere politico verso Autistici/Inventati in quanto ritenuti reticenti nel fornire un’informazione che non abbiamo, non abbiamo mai avuto e continueremo a non avere.
Una piccola ritorsione che però comporta un problema di riservatezza non indifferente per i 2000 utenti che usavano quel server. Allo stesso modo i fatti da cui scaturisce tutta l’indagine ci appaiono ingigantiti. Si parte da un minuto scontro politico, per arrivare attraverso l’uso di reati sovradimensionati a tre rogatorie internazionali.
Su queste linea ogni lite tra vicini di casa si può trasformare in un intrigo internazionale. Tutto questo non ha senso, ma in tutta questa vicenda troviamo ben poco di sensato.

***

[english version]

A/I’s Norwegian crackdown in a nutshell

The Autistici/Inventati collective and the Investici Association, which represents the collective in legal and bureaucratic matters, are a group of people who mantain and develop electronic communication services for individuals, associations, informal groups and movements and, among their particular aims, defend the freedom of expression and privacy.
The story we are going to tell started in Avezzano, Italy, between the 9th December 2008 and the 30th March 2009. A lawsuit gave rise to an investigation where it is mantained that Gianluca Jannone, leader of the neo-fascist group “Casa Pound”, and Ercole Marchionni, founder of “casa pound Avezzano”, suffered threats and slander. In particular, there are charges concerning a message painted on a wall, some red paint on a door bell and some texts published on abruzzo.indymedia.org and orsa.noblogs.org, claiming that no public space should be given to declared neo-fascist groups.
After this lawsuit, public prosecutor Stefano Gallo activated together with the Avezzano police office, and the case reached the postal police in Milan. In August 2009 the Investici Association (and therefore the Autistici/Inventati collective) was called to witness, and formally declared in front of police agents that no log files linked with the orsa @ canaglie . net mailbox were kept in its servers, nor did the association have any personal data regarding the subscriber of the mailbox.
The Avezzano police office sent a rogatory letter (with charges of threats!!!) to Norway, Holland and Switzerland, asking the local authorities to contact the providers where Autistici/Inventati keeps its servers and obtain the data that our legal representative had not given them – not with reticence, but because that information is clearly unavailable.
In November 2010 the Norwegian postal police performed their duty towards their Italian colleagues: they turned up at our provider’s webfarm and asked to copy all the disks in the server, whose contents are mostly encrypted.
About two hours after the seizure, we re-activated the services in different servers. After approximately 24 hours, our whole infrastructure was running exactly as before. In this case the R* Plan worked nicely as an anti-censorship system.

Some considerations

We think that what happened can be read at several levels, reflecting different facets of the Italian society.
First of all, the relationships between Neo-Fascism and institutions. Recently the process related to the Piazza della Loggia bombing ended with a series of acquittals. In two different phases of the Italian history, Neo-Fascism and some state organizations where closely connected. Historically, several elements link the Piazza della Loggia bombing with neo-fascist groups, and in this case there have been clear cover-ups, attempts to pigeon-hole the case, and silences which have obscured many details until today. Thirty years after that attack, it is impossible to obtain some kind of truth about what happened. The protection mechanism that was started in the 70s worked perfectly well.
This kind of attitude is endemic, and can be found in more recent incidents that may be minor but are nonetheless painful.
The men who confessed to have killed the antifascist activist Dax have been sentenced to ridiculous punishments, if compared for instance to the four-year imprisonment sentence given to four Milanese anti-fascists who had “robbed” a nazi-skin by taking his jacket.
These days, when all over Italy the police is complaining about reduced funds, we find it unexplainable that a private lawsuit filed at the Avezzano police office regarding minor events can unleash an international rogatory frenzy aimed at acquiring data that are inexistent and would be irrelevant to any investigation.
We can explain this only if we assume that “Casa Pound” has a certain influence in some sectors of the Italian police.
Since we were asked to witness and bound to answer, we have clearly declared that we did not have the requested information. The subsequent seizure means that they did not believe us.
We don’t understand what legal motivation can justify a damage to 2,000 people’s privacy just to obtain an evidence that the data regarding one unknown individual do not exist. This investigation regards a single mailbox, and what was requested in November 2010 was some logs dating back to late 2008, which we did not have even back then.
Some answers can be perhaps found in the text of the rogatory letter, and a passage from that brilliant English translation must be quoted:

“to obtain the file of log, and IP-access, for consultation, registration, change of password and updating relative to the mailbox ORSA @ CANAGLIE . NET (SHE-BEAR @ SCOUNDREL . NET) in the time span 2008–12-09 to 2009–12-09.”

The Public prosecutor’s office ordered the seizure, but did not realize that translating a user name and a mail domain is as ridiculous as it is useless. To be honest, we don’t think that this office is able to produce any technical assessments regarding an IT case.
To sum up: this action appears as a small political intimidatory retaliation against Autistici/Inventati, who have been considered reticent in denying a piece of information we have never had and never will have in the future.
But this small retaliation implies a major privacy problem for the 2,000 users who had a space in that server. Likewise, the facts that gave rise to this investigation have been seemingly overrated. Starting from an irrelevant political skirmish, overstated charges were used to send three rogatory letters abroad.
Along this line, any argument among neighbors could be turned into an international plot.
This makes no sense, but in the end, nothing makes much sense in this whole story.

Salviamo Kenneth Foster dalla pena di morte!

giovedì, Agosto 23rd, 2007

Kenneth Eugene Foster, un ragazzo afroamericano di 30 anni, sarà messo a morte il prossimo 30 agosto. Foster è stato condannato nel 1997 per complicità nell’omicidio di Michael LaHood, bianco, avvenuto nel 1996. Mauriceo Brown, la persona che sparò a LaHood, è stato messo a morte nel 2006.

STAMPATE, INVIATE e FATE INVIARE

Foster, che era in macchina a circa 30 metri di distanza dal luogo in cui fu commesso l’omicidio, è stato condannato a morte secondo la “Law of parties”, una legge texana del 1974, secondo la quale (altro…)

CrackDown: Cancellati i dati intercettati!

domenica, Dicembre 25th, 2005

Breve riassunto delle puntate precedenti: nel giugno del 2005 abbiamo scoperto che un anno prima i dischi dei nostri server erano stati copiati integralmente dalla polizia postale con il placet silenzioso e complice di Aruba (http://www.autistici.org/ai/crackdown/).

Dopo una complessa trafila giuridico-burocratica, siamo riusciti a richiedere alla procuratrice di Bologna, responsabile del sequestro, la restituzione dei dati, considerato che erano dati non riguardanti alcun indagato o in alcun modo utili per le indagini. La dott.ssa Morena
Plazzi ha acconsentito alla nostra richiesta (fatta il 5 settembre 2005), ordinando alla postale di Roma di restituirci i dati.
(altro…)