Norwegian super stars
giovedì, Gennaio 27th, 2011Versión en español
Deutsche Übersetzung
English (shorter)
Senza volerlo e grazie al commissariato di Avezzano e al signor Iannone siamo diventati famosissimi in Norvegia. Da soli non saremmo mai riusciti a raggiungere questo traguardo, siete stati magnifici. La rogatoria internazionale che ha provocato il Norvegian Crackdown, cioe’ il sequestro/copia di una macchina di A/I in Norvegia, ci ha portato sotto i riflettori e animato un dibattito in quelle lontane terre di discendenza vichinga.
Una questione simile in Italia difficilmente sarebbe riuscita ad interessare l’opinione pubblica, una serie di questioni giocano infatti a nostro sfavore:
- nella vicenda non sono coinvolte tette e culi, manca la topa e quindi basso share
- parlare di legittimita’ di sequestri, di riservatezza, di critiche all’operato della polizia e’ complicato. Lo e’ quando di mezzo ci sono morti in carcere o per le strade, figurarsi per una questione come la copia di un hard disk. Di solito siamo abituati ad un “Vi e’ andata bene, mica vi hanno menato”.
In Norvegia invece dove sono piu’ sessualmente emancipati di noi, all’interno del dibattito sulla data retention che sta attraversando il paese, il nostro caso e’ stato scelto come emblematico di uno scenario negativo, in cui la liberta’ di parola e di opinione subisce delle restrizioni arbitrarie, proprio perche’ il sistema e’ progettato male.
I compagni francesi del collettivo
Google prospera dovunque la privacy venga sottovalutata: se il tuo comportamento è simile a quello della maggioranza degli utenti di Internet, Google sa di te molto più di quanto ti piacerebbe anche se usi i suoi servizi senza registrarti. In molti casi, grazie a servizi “invisibili” come Google Analytics, è possibile scoprire quali siti visiti anche senza che li cerchi con il motore di ricerca di Google, e se usi Gmail, anche il contenuto di tutti i tuoi messaggi viene registrato per trasformarti in una profilazione perfetta.

Ditemi pure che esagero, ma era da un pezzo che non vedevo una dimostrazione di potenza comunicativa e politica dei movimenti come quella che si respirava alla Sala Apolo di Barcellona il 29 ottobre scorso. Era la notte degli
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