Con un po' troppo zelo
La settimana scorsa e’ uscito un comunicato del garante della privacy nel quale si informa che saranno presi provvedimenti sulla conservazione del traffico web. In particolare si fa riferimento ad alcuni grandi operatori di telefonia mobile ed alla loro prassi di conservare le nostre ore di navigazione in rete. E’ abitudine pare piuttosto diffusa mantere log con l’url delle nostre visite a siti web, motori di ricerca, ecc…
Questo va ben oltre il gia’ abbastanza intrusivo decreto Pisanu, che imponeva la conservazione del primo contatto: e’ una sorta di eccesso di zelo…
Si legge nel comunicato:
I gestori devono conservare esclusivamente i dati di traffico telematico funzionali alla fornitura e alla fatturazione del servizio di connessione e non quei dati di traffico apparentemente “esterni” alla comunicazione (pagine web visitate o gli indirizzi Ip di destinazione), che possono coincidere di fatto con il “contenuto” della comunicazione, consentendo di ricostruire relazioni personali e sociali, convinzioni religiose, orientamenti politici, abitudini sessuali e stato di salute.
Diversi magistrati si sono lamentati di questa presa di posizione del garante, che rende secondo loro praticamente impossibile l’attivita’ investigativa.Certa magistratura appare un po’ persa senza lo strumento dell’intercettazione. Molto disinvolti nel richiedere intercettazioni telefoniche, per il web dovevano avere in mente un sistema ancora piu’ fruttuso. Da quanto letto sulla Stampa, mi sembra di capire che l’idea del magistrato intervistato sia che senza avere a disposizione a posteriori il traffico web, le indagini su quello che definisce “cyber crime” rischiano di essere compromesse. Che tracciando un parallelo telefonico e’ come sostenere che bisogna registrare le conversazioni di tutti e conservarle perche’ altrimenti non e’ possibile ricostruirle a distanza di tempo. Il che in pratica significa tenere i dati di tutti, perche’ non si sa mai chi potrebbe commettere un reato, che nell’ottica di un magistrato probabilmente e’ un ragionamento dotato di una sua coerenza interna. A scenari di questo tipo potrebbe mostrarsi sensibile gran parte dell’intellighenzia di destra e di sinistra che agita la bandiera della legalita’ e della sicurezza.
Per le aziende questo meccanismo credo rappresenti in parte un onere significativo. Ma visto da un altro punto di vista, e’ un’occasione eccezzionale per ottenere materiale da profiling, utile insomma a tracciare un profilo della propria utenza, e conservare con la benedizione della legge qualcosa che avrebbero cercato di ottenere comunque.
Il discorso si potrebbe facilmente estendere ben oltre il traffico web. E’ prassi comune per chi vende servizi basati su sms, mantenere log con il contenuto dei messaggi, messaggi che magari vengono poi registrati ed archiviati anche dai gestori Tlc. Non sono forse questi dati utili al reperimento delle informazioni citate dal garante ?
Io non credo che provvedimenti di questo tipo abbiano un posto duraturo nel nostro buffo mondo, perche’ l’idea di sicurezza isterica che pervade i nostri animi, vince su tutto.
In occidente la transizione tra il modello di stato sociale e le attuali istituzioni ha di fatto esautorato il governo di un paese di gran parte dei compiti che assolveva. L’economia e’ un problema piu’ ampio che travalica i confini tra nazioni, le privatizzazioni di gran parte dei settori pubblici, fanno rientrare nell’ambito dell’economia di mercato molte attivita’ sociali e di fatto lo stato mantiene soltanto uno dei suoi compiti precedenti: la sicurezza del cittadino. Forse per questo il termine sicurezza si trova tra le promesse di qualsiasi partito. Questa tendenza delinea un modello alquanto preoccupante, perche’ pur non incarnandosi nel totalitarismo, ne scimmiotta alcuni tratti, ammandandosi di una sorta di democrazia formale. E’ infatti prassi comune svolgere in positivo l’equivalenza economia di mercato = democrazia. Quindi uno stato che non accentra su di se’ l’economia di fatto non puo’ essere considerato totalitario, poiche’ non abbiamo molti altri modelli di riferimento non totalitario e’ democratico, e democratico e’ bene, o se non e’ bene comunque e’ meno peggio, e quindi comunque bene.
Questo giochino e’ ben delineato e descritto da una quantita’ di autori: alcuni parlano di ascesa dello stato penale, carcerario, di incolumita’ (nel senso che il compito dello stato e’ garantire la sicurezza fisica dei cittadini). E basta guardare all’Italia di oggi per capire che, al di la’ della specificita’ di ciascuna analisi, il periodo storico che stiamo vivendo non lascia troppo spazio a teorie piu’ ottimiste.
Basterebbe qualche nuova minaccia di un terrorismo vago, o il sempre verde spauracchio del pedofilo, o la psicosi dell’immigrazione, per accendere la nostra schizofrenia e tornare a parlare di controllare tutto e tutti, perche’ meglio fare qualcosa che non serve a niente, piuttosto che niente. E come dicono quelli che godono perche’ si accontentano: piuttosto che niente, e’ meglio piuttosto. E di niente in niente, di piuttosto in piuttosto, costruiamo un mondo di ordinaria e banale disperazione, dove i sentimenti piu’ comuni sona una sorta di rancore senile, di diffidenza diffusa, di ansia collettiva che proietta ovunque mostri e baubau, come se l’unica dimensione pubblica in grado di carpire il nostro interesse, sia per l’appunto la pubblica sicurezza.
Febbraio 5th, 2008 at 7:18 pm
la sottile linea tra cyber crime e il resto :P totalmente spezzata dalla magistratura, il fatto che esista una paura globale (che non si conosce realmente) indica che tutti devono essere controllati…una sorta di vietnam in ambito informatico…questa non è pubblica sicurezza, solo come già scritto, ansia collettiva….