A/I vs Bassani, gli atti e considerazioni
In questo post trovate la poca documentazione allegata al decreto penale che abbiamo ricevuto in relazione alla vicenda A/I vs Bassani.
Si tratta di una nota della polizia postale di Firenze ( 1 | 2 ), nella quale dopo aver faticosamente accertato che la nostra casella postale appartiene veramente a noi, l’ufficiale incaricato prende in esame la documentazione fornita da Bassani: in base ad un confronto tra i siti effettuato attraverso “web archive” decide che il file in questione appariva prima sul sito di Bassani e poi nel sottosito di A/I.
La procura di Milano, preso atto di questa attenta analisi, decide di condannarci in relazione alla querela presentata dal signor suddetto.
E’ interessante notare come il motivo della diatriba sia la richiesta di un risarcimento per la pubblicazione del materiale, mentre noi ci siamo limitati a rimuoverlo. In realta’ nel carteggio con lo studio del signor Bassani non vengono mai richiesti esplicitamente dei soldi, ci si limita ad insistere sul principio che se l’associazione non e’ in grado di fornire dati utili all’identificazione dell’utente, in ogni caso e’ da ritenersi responsabile di ogni singolo contenuto pubblicato sotto i propri domini, poiche’ non poteva non essere a conoscenza di quanto presente sui propri server.
Il nostro sospetto e’ che il signor Bassani abitante in provincia di Varese conosca al piu’ le associazioni della propria parrocchia e che si rifaccia a questo modello per inquadrare il caso.
In merito a tutto cio’ avremmo due considerazioni, semplici, ma che evidentemente ne’ la postale di Firenze, ne’ Bassani sono stati in grado di fare.
Di cosa si occupa la nostra associazione ? E’ scritto nell’home page del sito:
A/I (che sta per autistici.org / inventati.org) nasce nel marzo 2001 dall’incontro di individualità e collettivi che si occupano di tecnologie, privacy, diritti digitali e attivismo politico. L’idea di base è quella di fornire strumenti di comunicazione liberi e gratuiti su vasta scala, spingendo le persone a scegliere modalità comunicative libere anziché commerciali. Vogliamo informare e formare sulla necessità di difendere la propria privacy e di sottrarsi al saccheggio di dati e personalità che governi e grandi aziende conducono in maniera piuttosto indiscriminata.
A/I fornisce tutta una serie di servizi liberi, gratuiti e rispettosi della privacy …
Da questo semplice passaggio si poteva intuire che la decina di membri dell’associazione non gestiscono direttamente i contenuti delle migliaia di spazi che offrono. Cosi’ come google non inserisce ogni filmato di youtube, ne’ e’ autore di tutte le mail @gmail, ne’ responsabile di tutti i link che il proprio motore di ricerca fornisce a tutto il mondo. Questo principio si chiama net neutrality ed e’ il motivo per cui Internet e’ ancora accesa e funzionante. Onestamente non riusciamo a comprendere per quale ragione se la procura di Milano assolve google nel caso, ben piu’ complesso, della pubblicazione di un video di sevizie ad un disabile, noi dobbiamo venire condannati per una questione del tutto simile, ma decisamente piu’ irrilevante.
I membri del collettivo di gestione di A/I sono tutti volontari non pagati, non ricaviamo alcun reddito da questa attivita’, che e’ sostenuta solo dalle donazioni degli utenti, a stento arriviamo a pagare le spese dell’infrastruttura a fine anno. Che interesse avremmo avuto a diffondere in rete un pdf dal nome misterioso realizzato dal signor Davide Bassani, video maker col pallino dell’informatica forense ? Attirare visitatori ? e perche’ ? Non solo non mettiamo pubblicita’ sugli spazi che offriamo, ma neppure permettiamo che lo facciano i nostri utenti.
Attualmente i nostri servizi sono utilizzati da qualche decina di migliaia di persone. In quale modo secondo il signor Bassani il nostro gruppo di volontari gestirebbe direttamente i contenuti di piu’ di 7000 siti ? E le mail: sono nostre anche tutte le mail ? e le liste di discussione pure ? Pensa forse che siamo dei polipi con cento occhi e mille braccia ?
Il signor Bassani ha deciso di giocare con un principio che mantiene la liberta’ in rete ad un livello accettabile. O questo vale sempre, dando la possibilita’ anche a chi non e’ un colosso come google di offrire dei servizi, oppure si rompe un equilibrio, che finisce per restringere la liberta’ di comunicazione di tutti.