Nervous breakdown
L’altro giorno leggevo un giornaletto gratuito datomi alla stazione mentre mi recavo al lavoro. Prendo sempre tutti i giornaletti gratuiti, per non frustrare troppo chi li distribuisce. Hanno tutti la faccia assonnata ed annoiata, e qualche volta gli si legge in volto un sorrisino monoespressivo carico di non sense, che assomiglia tanto al mio, o a quella della mia ragazza quando esce per il turno di notte. E’ una di quelle cose che ti lasciano quel gusto in bocca da vecchi sapori di una volta, tipo “alla catena siamo tutti uguali”. Suona ancora bene, anche se gli operai votano lega. Mio padre era operaio alla michelin a torino e mi ha sempre messo in guardia: il problema della classe operaia e’ che e’ piena di stronzi. Infatti quando l’hanno licenziato si e’ messo a fare il fabbro per i fatti propri, e dice fa classe a parte. Ritornando al sorrisino. E’ qualcosa di simile alla rullata in apertura a nervous breakdown dei Black Flag, la chitarra che ti sciaffeggia e poi la rullata che cresce piano piano
I’m about to have a nervous breakdown
My head really hurts
If I don’t find a way out of here
I’m gonna go berserk cause
I’m crazy and I’m hurt
Head on my shoulders
It’s going… Berserk!
Poi pero’ il pezzo finisce, dura solo due minuti, ed il torpore ti avvolge, la vita a complessita’ costante riprende il ciclo dell’eterno ritorno. Io non capisco come si possa credere nel progresso, cioe’ nel fatto che l’umanita’ avanzi verso qualcosa. A me sembra di stare fermo su un palcoscenico, dietro cambiano le scenografie, il suggeritore ci da qualche nuova battuta, ma noi siamo sempre fermi nello stesso punto, in attessa che qualcosa ci trascini fuori dalla scena.
Comunque sul giornaletto si parlava della Germania e della questione della videosorveglianza nei supermercati della lidl. Diretta verso i lavoratori.
In particolare mi ricordo un passaggio dell’articolo in cui si citava il fatto che gli investigatori pagati per ascoltare le conversazioni e controllare i filmati, cercavano di carpire informazioni su tatuaggi e segni di riconoscimento particolari, frequentazioni extra lavorative. Il paradigma sembrava quello giudiziario, con elenco delle frequentazioni, situazione economica del dipendente, idee politiche.
E’ interessante pensare come la lidl spenda i propri soldi. E’ interessante rilevare come una grossa azienda trovi evidentemente importante e renumerativo conoscere i propri dipendenti fino nella sfera piu’ personale e privata. Noi valiamo, come si ripete al motivazionale. E’ qualcosa di diverso dal controllo sul posto di lavoro, pur fastidioso, e’ qualcosa che investe la tua vita, e’ l’azienda che penetra nel tuo vissuto personale.
Non e’ vero che alla catena siamo tutti uguali. Siamo tutti diversi, ognuno con
problemi diversi, idee diverse, tatuaggi e piercing diversi, e tutto questo potrebbe essere usato contro di noi, o anche no, potrebbe anche favorirci, a seconda che i nostri usi e costumi siano compatibili con l’interesse dell’azienda. Che conosce i nostri gusti, e le nostre debolezze, e puo’ darci lo zuccherino, oppure la letterina di licenziamento per giusta causa, creata ad hoc, e non e’ difficile per chi conosce cosi’ tanto di noi.
E’ bello questo paradigma di azienda-stato-famiglia dove il dipendente e’ oggetto di studio per esperti in dinamiche di gruppo in contesti produttivi, ti rassicura.
Sopratutto in Italia dove tra Chiesa, Stato e Azienda praticamente viviamo
a servizio di una trinita’ che non ne vuole sapere di farsi i cazzi propri.
Anche il cassiere nei supermercati a volte ha quel sorrisetto di cui sopra, quello che hanno i pugili suonati quando non riescono piu’ a chiudere le dita della mano a pugno e con gli occhi dicono “colpisci forte, tanto non sento piu’ niente”. E poi ripartono i black flag, con una canzone d’amore
I said now Louie, Louie!
We gotta go.
You know the pain, that’s in my heart,
it just shows, I’m not very smart.
Who needs love, when you’ve got a gun?
Who needs love, to have any fun?
e piano piano sfumano sui Bellicosi (storica band torinese, di cui dovete assolutamente ascoltare Nuovo rock Italiano)
Forse ne vale la pena
Questa vita e’ una catena
Tanto vale viverla
Prima che ci viva lei
(Uomini veri, Nuovo rock italiano)