Addio e grazie per tutto il pesce, stronzi

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Il delfino dello Yangtze, il “baiji”, non c’è più. Guardiano del fiume da 20 milioni di anni, tanto antico da fare specie a sé, era la divinità dell’acqua, ma non è sopravvissuto all’uomo. I biologi per mesi ne hanno cercato gli ultimi esemplari senza successo e ieri la “Biology Letters” ne ha dichiarato l’estinzione. E’ il primo cetaceo scomparso a causa dell’attività umana: prima la pesca, poi le miriadi di navi che hanno trasformato “il fiume lungo” in un’autostrada di container, chiatte di carbone e barche e infine la diga delle Tre gole che ha sconvolto la catena alimentare. Un intero ramo dell’evoluzione biologica è scomparso. Ed è la metafora dell’estinzione dell’uomo.

E’ la profezia di Guida Galattica per autostoppisti che si avvera. I delfini iniziano a salutarci, sento rumore di ruspe in giardino, controllate se vi e’ arrivata una boccia di pesci rossi per posta…

A volte ho come l’impressione che non ci rimanga altro se non un’ironia piena di amarezza.

No Responses to “Addio e grazie per tutto il pesce, stronzi”

  1. u-black Says:

    delle volte l’ironia serve proprio a coprire l’amarezza della consapevolezza di essere parte di quel mondo che si autodistrugge…

    l’inquinamento, i container, le chiatte di carbone, le barche, la diga…utili all’ uomo e nocive alla terra…
    Gaia si ribella togliendoci quello che c’è di più bello e che dovrebbe ricordarci di essere vivi…

    che schifo…
    per riprendere le tue parole:
    *Un intero ramo dell’evoluzione biologica è scomparso. Ed è la metafora dell’estinzione dell’uomo.*

  2. eachdawniborneachsunsetidie Says:

    “Infinite forma bellissime” non comprese. Dobbiamo tornare a meravigliarci del sogno in cui viviamo e non averne paura.

  3. r3d Says:

    no… dato che l’ipotesi “leviamo dal mondo solo gli stronzi” si presenta troppo complessa, dovremmo estinguerci spontaneamente! ma piano piano ci arriviamo…

  4. 4n1s Says:

    “utili all’ uomo e nocive alla terra” … Ma siamo sicuri che siano utili all’uomo?

    Queste cose ci rendono più ricchi e più agiati, ma infinitamente più infelici e depressi! Distaccati da Gaia, dalla vita e da noi stessi.

    “Utile” sarebbe per l’uomo fermarsi a riflettere e ridefinire operativamente (non solo filosoficamente/astrattamente) i suoi concetti di “attività” e di “valore”, in modo che siano slegati dal danaro e dalla legge di mercato della domanda/offerta.

    Si tornerebbe così a dare valore ad un delfino, come ad una formica. Non li si può assumere, non esiste per loro mercato, ma valgono molto più di una chiatta piena di container.

  5. u-black Says:

    be…la differenza è che il delfino è quasi parte di noi….o meglio di quello che *la dea del fiume* significava….è come un problema….è come se all’uomo mancasse qualcosa…

  6. u-black Says:

    forse il problema è davvero legato al denaro….e lo spacciano per *benessere*, lo spacciano per *stadi esistenziali*…
    riflettevo su una cosa…
    quando un tempo la terra era parte di noi, e la coltivavamo, e la vivevamo, e parlo dei periodi in cui la terra era davvero un fondamento di vita…quando davvero dipendevamo da un raccolto o da una carestia…la rispettavamo di più…
    pregavamo la madre terra affinchè ci desse qualcosa!
    Oggi la stiamo massacrando quasi come fosse una ripicca a tutte le preghiere fatte e dovute…fa riflettere.

  7. george Says:

    pare che in questi giorni sia stato avvistato un esemplare di questo delfino!

    REVENGE!