votare, ohoh, cantare, ohohohoh
Dopo aver visto “uccidete la democrazia”, il film/documentario di Deaglio-Cremagnani a sfondo naturalistico sulle avventure elettorali di specie indigene ospitate nel centro storico di roma, ho deciso di vedermi anche il seguito, gli imbroglioni, ben sapendo che i sequel di solito sono solo delle brutte copie, ma confortato dal fatto che, specie in ambito horror, ci sono delle piacevoli eccezioni come “the omen 2 – la maledizione di damien”.
Gli imbroglioni ha, come il suo predecessore, una trama da giallo poco consistente, dove l’assassino non si trova, si intuisce solo che un po’ di gente deve aver fatto il palo, e manca l’intuizione di un Poirot che sveli l’arcano.
Ma anche altri celebri investigatori come Quincy col suo bisturi meccanico avrebbero qualche difficolta’, perche’ tutto si gioca su documenti, su quelli che ci sono, e soprattutto su quelli che non ci sono.
Schede bianche che si dissolvono, schede contestate che appaiono a migliaia nel tragitto tra i comuni e il viminale, una via irta di insidie di cui si sa poco o niente riguardo i meccanismi di protezione.
La legge 626 non viene applicata ai dati informatici, che subiscono strani infortuni, alcuni muoiono o vengono menomati, e per sopperire a questi infortuni altri dati vengono assunti in nero (o con contratto a progetto).
Ma chi sono i protagonisti ?
Tutta gente abbastanza famosa, attori di primo livello, e qualche nome emergente come Ghioni e Tavaroli, le nuove promesse del cinema italiano, gia’ uscite alla ribalta con i film “intrusione al corriere della sera” del 2004 e “laziogate” del 2005.
Manca Adamo Bove, per lui nemmeno un epitaffio.
Ghioni, capo del Tiger Team, una bella combriccola di spioni, che ispeziona il sistema informatico del viminale e denuncia una serie di vulnerabilita’ al giornalista Fazzo di Repubblica, poi licenziato perche’ in troppo stretto contatto con Mancini, il numero due del sismi.
Questo Ghioni mi ricorda tanto “i ragazzi del computer”, smanettoni al soldo di poliziotti e giornalisti, si puo’ immaginare un’applicazione piu’ perversa dell’hacking ?
Quanto alle vulnerabilita’, non si capisce bene se queste riguardavano (come sembrerebbe) solo lo scrutinio elettronico in fase sperimentale (un fallimento colossale costato 32 milioni di euro) o anche l’aquisizione dei dati cartacei trasmessi dalle prefetture.
Sta di fatto che durante le elezioni i server del viminale subiscono 3 attacchi dos.
La ricostruzione degli attacchi e’ poco realistica in termini di sceneggiatura, colpa forse di uno scarso background cyberpunk, pero’ lascia capire che ci sono stati degli attacchi dos da IP interni del ministero ad un firewall che, secondo le testimonianze raccolte, viene bypassato per risolvere il problema.
Che e’ come dire che se un ladro cerca di forzarmi la serratura di casa io come risposta gli apro la porta, cosi’ la smette di fare rumore.
Ad ogni modo, ad un certo punto la situazione e’ tornata non si sa bene come sotto controllo e la sinistra e’ riuscita comunque a vincere le elezioni (e per questo ora tace su questa vicenda).
Golpe sfiorato, tarallucci e vino con d’Alema che sogghigna, contento lui.
E se invece fosse che lo scopo di tutto era quello di far finire la partita sostanzialmente in pareggio garantendo al paese un futuro moderato ?
Questa ipotesi non e’ presa in considerazione, la tesi e’ che berlusconi voleva vincere a tutti i costi e con ogni mezzo, ma allora chi gliel’ha impedito ? Di certo non Minniti come si vuol far credere.
Comunque parafrasando un vecchio attore caduto in disgrazia in tunisia: andate al mare (ma non entrate nelle cabine).