Prima condanna a 5 mesi per il gestore di un tracker bittorrent in USA
Ieri un giudice americano ha condannato per la prima volta nella storia un 23enne a 5 mesi di carcere e 3000 dollari di multa per l’unica colpa di essere il gestore di un tracker bittorrent. E’ la prima condanna di questo tipo e arriva a seguito dell’ennesima operazione di FBI e Dipartimento della Giustizia statunitense alla disperata caccia di un modo per tutelare gli interessi delle major media companies, indipendentemente dalla tutela che dovrebbe garantire costituzionalmente la libertà di espressione in America. La cosa curiosa infatti è che nessuno degli utenti (ovviamente) che attualmente scambiava file è stato interessato dall’operazione, mentre la sentenza colpisce chi amministra un sito in cui utenti si scambiavano semplici informazioni di per sé innocue, come settaggi di programmi e suggerimenti per ottimizzare i propri download.
Evidentemente la lunga mano della repressione statunitense ha deciso di applicare lo stesso stratagemma che in politica estera, ovvero di colpire dove può sperando che questo generi una dimensione di terrore sufficiente ad arrestare il fenomeno. Ovviamente la cosa non ha il minimo effetto e migliaia di persone nel mondo continuano a usare bittorrent per condividere file e risorse, come centinaia di persone continuano ad amministrare tracker e index bittorrent. La cosa curiosa è come né governo americano né major e MPAA riescano a comprendere il senso di un fenomeno sociale come quello del p2p: forse se centinaia di migliaia di persone stanno costruendo immense reti sociali intorno a questo fenomeno cercare di reprimerlo con brutalità non avrà né grandi effetti né grandi risultati per la tutela di biechi interessi economici. La speranza è che tutti noi ne siamo sufficientemente coscienti da non desistere: share!