Vorrei un gatto da appartamento docile, dolce, che non faccia danni in casa
Identificare la tipologia di un rapporto finisce per indirizzare tutto il resto del discorso. Leggevo l’altro giorno la lettera aperta a chi indossava il passamontagna a cremona. L’autore, un insegnate dice, vorrebbe instaurare un immaginario dialogo sulla base di un rapporto filiale, padre – figlio. La prima cosa che ho notato e’ che non si parla di madri o di figlie. Si parla proprio solo di padri e di figli. Secondo me l’autore trarrebbe giovamento ad indagare invece un altro tipo di rapporto, che gli consentirebbe anche di non incappare nelle questioni di genere. I rapporti di produzione. Non figli: prodotti. L’indirizzare ogni tipo di ragionamento al profitto ha creato non una, ma molteplici generazioni tirate su’ mangiando merda, ma cercando di convincerli che fosse cioccolata. Allora si’ il problema diventa tutto educativo. Perche’ non volete sentire il sapore della cioccolata ? E’ colpa nostra che non vi abbiamo saputo educare bene a scuola, in chiesa, per televisione. Abbiamo sbagliato noi padri,e si sa che le colpe dei padri, poi ricadranno sui figli, perche’ i padri han mangiato l’uva acerba e i denti dei figli si sono allegati. Ma perche’ siete cosi’ violenti ? Boh.
Ma basta veramente cosi’ poco per far nascere tutte queste domande ? Cioe’ un cordone coi bastoni e i caschi ? No perche’ negli ultimi quarant’anni se ne sono gia’ visti un po’, non e’ proprio una novita’ introdotta da cremona… Cioe’ riducendo all’osso quanto letto sui giornali dopo un areosol collettivo di lacrimogeni di diverse ore, tutta questa violenza si e’ indirizzata su non piu’ di dieci vetrine.
Personalmente mi farei un’altra domanda, che alla fine forse non e’ cosi’ difficile capire perche’ ci sia gente arrabiata per una persona in coma a causa delle sprangate neofascite.
Io mi chiederei piuttosto perche’ il corpo sociale sia cosi’ poco conflittuale per tutto il resto del tempo. C’e’ un libro interessante tradotto da poco per la casa editrice Nautilus, L’enigma della docilita’. E’ scritto da un altro insegnante Pedro Garcia Olivo, e si pone esattamente questo interrogativo.
Il libro parte cosi’ (salto coi puntini che non ho voglia di ricopiarlo tutto a manina)
Di fronte a un conflitto … gli storici e il resto degli scienziati sociali si mettono immediatamente a investigarne le cause … a interpretare cio’ che viene percepito come un’alterazione nella pulsazione regolare della Normalita’. Al contrario, l’assenza di conflitti in condizioni particolarmente laceranti, che avrebbero dovuto mobilitare la popolazione – gli strani periodi di pace sociale in mezzo alla penuria o all’oppressione; la misteriosa docilita’ in una cittadinanza abitualmente sfruttata e soggiogata – non provoca un eguale entusiasmo negli analisti, una febbre negli studi, una proliferazione di dibattiti accademici sulle sue cause, le sue motivazioni.
Le conclusioni dell’autore non mi convincono del tutto, ma questa e’ per me una bella domanda, che interessa anche argomenti piu’ consueti per questo blog.
Continuano ad uscire i documenti di Snowden che delineano per sommi capi progetti dell’Nsa dai nomi sempre piu’ apocalittici/arrapanti Leviathan, WarriorPride, HiddenSalamander, DefiantWarrior. A parte un ristretto gruppo di attivisti e persone sensibili la questione sta procedendo nell’indifferenza dei piu’. Si potrebbe dire che dopo la Francia si preferisca barattare la propria liberta’ con una sicurezza impossibile, pero’ Snowden ha iniziato molto prima, in un periodo neppure troppo cruento. Tutto si e’ arenato a pochi mesi dalle prime rivelazioni. Una marcia, una petizione e fine. Eppure i media continuano a pubblicare, la questione e’ volendo sotto gli occhi di tutti.
Se si trattasse di un argomento tipo gli accordi commerciali segreti conosciuti come TTIP, capirei le difficolta’. Questi trattative tra l’altro potrebbero contenere accordi su proprieta’ intellettuale, trattamento dei dati personali. Perche’ dovremmo fidarci ? Da sola questa cosa basta per esempio a cambiare la faccia di Internet come la conosciamo (e’ gia’ cosi’ fa schifo). Pero’ e’ tutto volutamente molto fumoso, effimero e mascherato di tecnicismo.
Si puo’ dire forse che sono troppi i problemi di cui occuparsi e questi sono argomenti di retroguardia ? Sicuramente, pero’ perche’ un’apatia vaga serpeggia, anziche’ un’incazzatura generalizzata su temi piu’ rilevanti ?
E da qui potrebbero partire un sacco di considerazioni banali e luoghi comuni, che evitero’.
A me basterebbe ribaltare la domanda iniziale: non perche’ qualcuno s’agita, magari anche un po’ a caso, ma perche’ tutti quegli altri no ?