La cyber war non esiste, esiste la guerra…

..ed e’ un buon affare.

Ripensando al sequestro di ecn da parte dell’Fbi (e’ uscito quest’articolo interessante sul sito dell’eff), mi sono accorto che mi mancavano alcuni pezzi sul perche’ da alcune mail anonime, si sia finiti al sequestro del server. Il problema non e’ tanto l’atto in se’, ma l’attenzione rivolta al caso. L’interpretazione piu’ convincete secondo me e’ che l’Fbi nel tentativo di fare qualcosa, abbia agito consapevole di  compiere un’azione inutile dal punto di vista investigativo e utile soltanto come campagna mediatica. Un po’ nell’ottica di giustificare i propri stipendi e per far sapere al tizio delle mail: ti stiamo cercando, smettila. E fino qui tutto bene, cinicamente normale. Quale clima pero’ genera un tale livello di paraoia, cioe’ perche’ l’Fbi si e’ sentita spinta a fare qualcosa  di cosi’ appariscente per delle minacce anonime che avrebbe potuto spedire uno studente arrabbiato per l’esame di matematica andato male ? Non sara’ la prima volta che ad un’istituzione pubblica arrivano delle minacce anonime. In un territorio grosso come gli Stati Uniti capitera’  spesso credo. E’ forse  interessante provare a immaginare il clima che genera questa operazione un poco naif.  Da una parte ci sono i precedenti americani di studenti che smattano e fanno stragi nella propria scuola. E’ questa e’ una parte del problema. Ma c’e’ anche un questione piu’ strettamente legata al mezzo con cui sono giunte le minacce, la mail. Da qualche tempo si sente parlare di “cyber war”. Altro non sarebbe che l’estensione nel “cyber spazio” dei conflitti reali. Richard Clarke, un arzillo sessantenne, ex dipendente della Casa Bianca, in qualita’ di esperto di sicurezza informatica e di terrorismo, ha lanciato l’allarme in un suo libro: il nostro mondo dipende dalla rete e la rete e’ piena di spie, hacker, terroristi, e altri nemici dell’umanita’ pronti a tutto, invisibili e che potrebbero sprofondare il mondo nel caos. Bisogna quindi stare all’erta, come durante la guerra fredda, non ci si puo’ permettere di farsi trovare impreparati di fronte al nemico.

La guerra e’ una delle attivita’ preferite dall’uomo. Le guerre accompagnano l’umanita’ da sempre. C’e’ un testo secondo me molto interessante di un filosofo psicanilista morto qualche tempo fa, James Hillman, nel quale si indaga “questo terribile amore per la guerra”, che e’ anche il titolo del libro. Nel nostro mondo dominato dal soldo, le guerre si fanno per denaro. Ma non solo nel senso che chi vince prende le risorse e il denaro di chi ha perso. Le guerre sono un modo per muovere capitali, sono la grande opera per eccellenza, meglio della Tav o del ponte sullo stretto. Sono piu’ rischiose, ma se ben gestite sono un buon modo per fare un buon affare. Le guerre distruggono cose che andranno ricostruite: le guerre fan girare l’economia. Distruggono valore per creare profitto. Una guerra e’ un modo per iniettare grosse quantita’ di denaro pubblico all’interno del mercato. Le guerre pero’ hanno anche dei piccoli inconvenienti: le persone muoiono e questo deprime l’opinione pubblica, generano poi grossi debiti, ma questo dal punto di vista di circolazione del denaro potrebbe anche non essere un problema. Se l’America ha un grosso debito pubblico meglio, lo comprano i cinesi, o qualche altro stato con fondi sovrani da investire, che cosi’ drenano le proprie risorse finanziarie e le fanno tornare in circolo nel mercato.

La cyber war e’ una nicchia interessante in questo supermerket di soldi invisibili. La fai da casa, non devi smuovere gli eserciti, e far morire i soldati, che e’ brutto da vedere, sembra una cosa piu’ igienicamente corretta, cosi’ la puo’ fare anche Obama. Puoi gonfiarla a dismisura: la sicurezza informatica fa pagare operazioni di comune buon senso, come complesse operazioni di intelligence. Proviene dalla giungla di Internet, un luogo oscuro, che anzi andrebbe controllato meglio, sarebbe proprio necessario investire dei soldi per dotarsi di strumenti di controllo su Internet, se non vogliamo sprofondare nel caos. Non male in tempi di crisi, non e’ come mobilitare gli incrociatori, l’aviazione e i marines, ma un po’ di soldi girano lo stesso. Tutte le grandi potenze dicono di stare preparandosi alla cyber war, un po’ come tutte si preparavano alla guerra atomica.

Io credo che le guerre continueranno ad opporre forze materiali: sara’ una bomba, un gas o una pallottola a porre fine alla tua esistenza, la cyber war, boh. Quando l’apocalisse cybernetica sara’ scatenata sappi che non avrai twitter, ne’ facebook, ne’ noblogs, non potrai leggere la mail, non potrai usare il cellulare, pagare con la carta di credito, ne’ ritirare i soldi dal bancomat. La storia tornera’ indietro di quasi vent’anni: riusceremo a sopravvire a quest’inferno ? Da un certo punto di vista meglio: potremo concentrarci nel cercare di evitare le pallottole, le bombe e i gas.

3 Responses to “La cyber war non esiste, esiste la guerra…”

  1. Spider jerusalem Says:

    Se allarghiamo l’accezione all’ uso di droni e sistemi di puntamento e tracciamento il conflitto Cyber/infromatico mi sembra decisamente preoccupante.

  2. cavallette Says:

    boh si’, ma non c’entra nulla con l’articoletto. Su’ si parla dei deliri di chi sostiene che la terza guerra mondiale sara’ combattuta su Internet, a botte di hacker. Il che a me pare del tutto fuorviante rispetto alla realta’ dei conflitti in corso e completamente strumentale. Mi sembra che siano logiche completamente tese a creare un clima ansiogeno e spostare l’attenzione verso qualcosa di intrigante e completamente campato in aria. Non parliamo dei milioni di morti in Congo, che quella guerra la finanziamo noi a botte di pc, smartphone e cellulari. Parliamo invece degli hacker cinesi che bucano il pentagono e dei droni che avvereranno la profezia di Terminator.

  3. ts&b Says:

    Oh vorrei vedere l’aggiornamento della convenzione di ginevra dove viene vietata la tortura contro router e switch e il diritto di una server farm ad essere trattata come prigioniero di guerra!