MTD, organizzazioni popolari in Argentina e il senso della storia

Il sequestro e la simulazione di fucilazione di Carlos [ripubblichiamo qui l’articolo uscito su carmillaonline]

La storia recente dell’America Latina, e in particolare dell’Argentina, non potrebbe essere definita altrimenti che una fonte continua di ispirazione per chi crede nella possibilità di un cambiamento sociale e politico di vasta scala, a partire dai piccoli passi quotidiani.
Nel 2001 l’Argentina viene scossa dalla crisi economica più drammatica che abbia registrato nella sua storia, e che forse dovrebbe insegnare qualcosa in più di quanto stia facendo alle persone che vivono in questo Paese, vedendo svalutare il proprio denaro nel giro di una notte di circa il trecento percento: quello che la notte prima si acquistava con un peso (pari a un dollaro), la notte dopo si acquistava con cinque pesos (pari a un dollaro). E’ come se voi domani pagaste un caffè cinque euro, e un pezzo di pane dieci euro, senza che il vostro stipendio cambi di una virgola (sempre che abbiate ancora uno stipendio).

La risposta popolare alla situazione è stata molto variegata e ha impressionato tutto il mondo, sia nelle sue manifestazioni più egoistiche ancorché evocative (i famosi cacerolazos fuori dalle banche i protagonisti dei quali pretendevano che queste restituissero loro tutti i soldi che vi avevano investito) che nelle forme di più forte rottura: dalle assemblee di quartiere che nel volgere di pochi giorni hanno trasformato ogni incrocio in un momento di discussione e decisione collettiva, alla valorizzazione dell’esperienza delle fabbriche recuperate (che non è certo nata nel 2001, ma che a seguito della crisi ha visto una svolta radicale nella volontà di gestire direttamente il processo produttivo), fino ad arrivare al fenomeno di autorganizzazione più radicale e di base che io abbia conosciuto (o quasi :).
MTD significa Movimientos de Trabajadores Desocupados, ovvero Movimento di Lavoratori Disoccupati. Gli MTD sono una galassia estremamente variegata e di orientamento politico decisamente non omogeneo (direi che c’è di tutto, dai trotzkisti ai seguaci della teologia della liberazione, passando attraverso leninisti e peronisti) che nel corso degli anni si è aggregata, divisa e riaggregata in vari coordinamenti. Al momento il più grande coordinamento di MTD presente in Argentina è il Fronte Popolare Dario Santillan. Non solo è il coordinamento che include il maggior numero di organizzazioni, ma anche quello che ha tenuto la barra a dritta nel rapporto dialettico con il presidente socialdemocratico Kirchner, che ha raccolto politicamente a livello istituzionale i frutti di anni di malgoverno di centro e di destra, presentandosi come paladino delle istanze popolari (e per essere onesti l’unico che è stato in grado negli ultimi 30 anni di sancire alcuni passaggi che gridavano vendetta dai tempi della dittatura di Videla, anche se in modo parziale e per nulla soddisfacente).
Gli MTD sono caratterizzati da una organizzazione di base divisa in barrios, in quartieri. I primi e più combattivi tra gli MTD vengono dai quartieri periferici della prima e della seconda fascia che circondano la città di Buenos Aires vera e propria, la cosiddetta Capital. In ogni barrio gli MTD si sono organizzati strappando persona dopo persona alla rete di corruzione, mafie politiche e criminali, piccoli abusi di potere, che si è radicata negli anni nei territori. Gli MTD svolgono ruoli di formazione nei confronti dei ragazzini e delle ragazzine dei barrios, di produzione ed emancipazione per tutte le persone coinvolte, sperimentando il più possibile le forme di organizzazione politica con l’obiettivo primario di garantire una non separazione in ceto politico e ceto militante, e di consentire a tutti un equa possibilità di partecipazione nelle scelte, nelle decisioni e nei progetti dell’MTD stesso.
Il nome del coordinamento evoca Dario Santillan, un compagno dell’MTD di Lanus (località nota forse per aver dato i natali a Maradona, più che per la forza dei suoi movimenti popolari e per il ruolo drammatico avuto all’interno dei campi di tortura per i desaparecidos) molto giovane assassinato insieme a Maximiliano Kosteki (un giovane dell’MTD di Guernica) durante l’aggressione della polizia federale a un corteo degli MTD e di altre organizzazioni di piqueteros il 26 giugno del 2002. Ogni 26 del mese l’MTD di Lanus e tutto il coordinamento del Fronte Popolare Dario Santillan ricordano i due giovani assassinati, recandosi sul Puente Pueyrredon (un ponte simbolo della pratica principale dei movimenti piqueteros, il blocco stradale, tagliando il quale si interrompe l’ingresso di una buona percentuale delle merci destinate alla capitale) o alla Stazione di Avellaneda, all’interno della quale il commissario Fanchiotti e i suoi colleghi hanno sparato nella schiena di Dario mentre cercava di soccorrere Maximiliano già colpito a morte per strada.
I movimenti argentini e il loro livello di organizzazione e determinazione, l’intensità delle emozioni e della forza che si provano scendendo in strada con le persone che vi partecipano, che ricordano con dolore ma senza tristezza i loro caduti, le loro lotte e le loro vittorie come le loro sconfitte, non si possono raccontare in poche righe. Sono momenti che ti entrano sotto la pelle come una specie di seconda natura, che non ti permettono di dimenticare i tuoi giorni trascorsi en la calle e che ti legano per sempre alle lotte di quelle persone, di quelle organizzazioni.
Il problema è che troppo spesso si dimentica che sono passati nemmeno trent’anni dalla dittatura argentina, da trentamila desaparecidos, dalle pratiche di intimidazione, di assassinio, di tortura che hanno accompagnato uno degli episodi più bui della storia moderna. E ancora peggio si dimentica che tutto questo non è stato né condannato pubblicamente, né estirpato dal tessuto istituzionale e dei rapporti di potere nel territorio delle città e delle campagne.
Il 26 febbraio 2007 Carlos, un compagno dell’MTD di Lanus, individua alcuni poliziotti in borghese che si stanno infiltrando nel corteo. Nei precedenti cortei sono avvenuti alcuni disordini proprio a causa dell’azione di alcuni poliziotti infiltrati riconosciuti e identificati successivamente dai militanti delle organizzazioni di base, una strategia esplicita affermata dal ministro dell’Interno Anibal Fernandez per debellare la minaccia all’economia dei piqueteros (ovviamente il ministro non si azzarda a parlare di società e di popolo). Carlos si avvicina a queste persone e chiede loro di lasciare il corteo, ne nasce una discussione e questi se ne vanno facendo grossolane minacce.
Venerdì 2 marzo, Carlos viene sequestrato da tre persone incappucciate, legato a una sedia in un edificio abbandonato, interrogato circa le sue attività politiche e gli viene fatto credere che stia per essere ammazzato, fino al punto di scaricare un intero caricatore vuoto di cartucce a pochi centimetri dalla sua testa. In un attimo in cui gli tolgono la benda dagli occhi Carlos ha modo di incrociare lo sguardo di uno dei suoi rapitori, e riconosce uno degli agenti infiltrati nel corteo di due settimane prima. Dopo 7 ore viene rilasciato, ma la vera battaglia comincia ora: una battaglia contro il terrore e a favore dell’organizzazione.
Purtroppo non è fantascienza, ma l’ultima di una serie infinita di minacce, intimidazioni, sparizioni, assassini che continuano ad avvenire in Argentina, come se la memoria di tutto ciò che è stato, non esorcizzata da un processo collettivo di assunzione consapevole della propria storia, non inclusa in un meccanismo di condanna non solo sui generis, ma nella dimensione istituzionale e nella giustizia del Paese, continui imperterrita nel suo percorso.
Lo slogan dell’MTD di Lanus (e non solo loro, ma di tutto il Fronte Popolare) è: Lavoro Dignità e Cambiamento Sociale. Forse saranno obbligati a esplicitare il termine sottointeso della loro equazione politica, ovvero la necessità di ridare alla propria storia il posto che merita, e agli eventi che ne sembrano usciti come attraverso una perversa e drammatica macchina del tempo il posto che spetta loro, quello di una teca di un museo per ricordarli come qualcosa che non deve accadere mai più.

Links

Un video di indymedia italia circa la crisi argentina del 2001
http://www.ngvision.org/mediabase/81
http://www.ngvision.org/mediabase/82
Un video sugli MTD, su Dario e sul corteo sul Puente Pueyrredon
http://www.ngvision.org/mediabase/120

Sito del processo ai responsabili materiali e politici dell’assassinio di Dario e Maxi
http://www.masacredeavellaneda.org
Sito del Fronte Popolare Dario Santillan
http://www.frentedariosantillan.org
Sito del collettivo Prensa de Frente
http://www.prensadefrente.org
Indymedia Argentina
http://argentina.indymedia.org
Primo comunicato sul sequestro di Carlos Leiva (in italiano)

http://nero.noblogs.org/post/2007/03/04/sequestrano-interrogano-e-simulano-la-fucilazione-di-un-militante-dell-mtd-di-lanus-buenos-aires
Secondo comunicato sul sequestro di Carlos Leiva (in italiano)
http://nero.noblogs.org/post/2007/03/05/maggiori-dettagli-sul-sequestro-del-militante-dell-mtd-lanus-carlos-saprebbe-riconoscere-uno-dei-suoi-rapitori

Comments are closed.