Modernita' liquida e gesti di resistenza
In un bel libro di Zygmut Bauman, Modernita’ Liquida [1], c’e’ un capitolo dedicato al tempo e allo spazio.
Si tratta di una riflessione sul senso di queste categorie in un mondo fatto di insicurezze, di incertezze, di assenza di assoluti.
Si apre con l’immagine di Heritage Park, il delirio di un architetto britannico, che prevede la costruzione in Sud Africa di una sorta di fortezza autosufficiente ispirata alle cittadelle medievali e ai monasteri. E’ un luogo completamente inaccessibile: sorveglianza armata e cancelli elettrificati. Selezione all’ingresso in base all’unico criterio universale che distingue gli uomini meritevoli dai dannati: i soldi. In Heritage Park acquisti un posto in una comunita’ esclusiva, un luogo sicuro lontano dalla giungla esterna. Almeno fino a quando un dannato non riuscira’ ad entrare e fara’ esplodere, insieme a se’ stesso, la tranquillita’ artificiale di quel luogo.
Bauman e’ bravo nel mettere in luce il carattere spesso arazionale e velleitario dei deliri sicuritari che investono la nostra realta’. L’estraneo, lo straniero catalizzano su di se’ tutta la frustrazione per l’incertezza del vivere moderno, lo spauracchio delle “strade insicure” tengono le persone lontane dagli spazi dove vivere la propria socialita’. Spazi che peraltro scompaiono sempre piu’ sostituiti da due diversi modelli di luogo pubblico: il primo detto “civile”, l’altro dedicato al “consumo”.
Il “civile” si puo’ esemplificare negli enormi piazzali senza panchine, senza alberi, negli sterminati parcheggi, nei grossi viali. Luoghi dove la gente si ammassa e si incontra, ma mantiene un livello minimo e formale di relazioni.
I luoghi di consumo, sono invece i supermercati, le cittadelle costruite ad hoc per lo shopping. Bauman sottolinea come “il consumo e’ un passatempo letteralmente e irreversibilmente individuale, una sequela di sensazioni che puo’ essere vissuta solo in modo soggettivo. Le folle che riempiono le viscere dei “templi di consumo” sono masse, non congregazioni, mucchi, non squadre, aggregati, non totalita’. Per quanto affollati possano essere non c’e’ alcunche’ di collettivo nei luoghi di consumo collettivo”.
Gli scritti di Bauman sono interessanti, insieme a Baudrillard, e’ uno dei pensatori che indagano il postmoderno che mi interessano di piu’.
Quello che mi fa piu’ sorridere e’ che il libro in Italia stampato dalla Laterza contiene il seguente avvertimento terroristico: E’ vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia e’ lecita solo per uso personale purche’ non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro e’ illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura.
E’ triste pensare che questi autori continueranno ad essere letti da una ristretta élite di consumatori. E’ ancora piu’ triste pensare che la Laterza e la santa legge Italiana pensino di far sopravvivere la cultura in questo modo, almeno sui banchi dei supermercati dei libri. E’ un triste concetto di cultura.
In ogni caso credo che all’interno di questo mondo liquefatto, che descrive Bauman, vadano
anche collocati tutti quei piccoli gesti di resistenza, che cercano di restituire una propria dignita’ alla condivisione, alla memoria, tutti quei soggetti che non vogliono essere annullati in un eterno presente, fatto di consumi e luoghi affollati di nulla.
Credo che il progetto Autistici/Inventati sia uno dei nostri personali e piccoli gesti di resistenza.
[1] Zygmunt Bauman, Modernita’ liquida, Editore Laterza, 2002
Luglio 28th, 2006 at 12:17 pm
– M. Foucault, Sorvegliare e punire. Nascita della prigione, Torino, Einaudi, 2005
(ma 1975), 12 €
– J. G. Ballard, Il condominio, Milano, Feltrinelli, 2003 (ma 1975), € 7,50
Luglio 31st, 2006 at 9:13 pm
e pero’ lungi dal pensare che i libri non si devono fotocopiare, io non sono convinto per niente che se le fotocopie fossero legali piu’ persone leggerebbero.
il fatto è che la lettura e la cultura vengono scoraggiate in molti modi, e le fotocopie sono veramente l’ultima ruota del carro.
il blog di autistici è un contributo ottimo per il pensiero, ma per far circolare la cultura bisogna trovare tutti i modi possibili, non solo le fotocopie.