Il mondo si contorce
Uno degli aspetti piu’ fastidiosi del nostro essere animali simbolici con venature sociali, e’ che inevitabilmente l’essere inseriti in un contesto sociale implica una qualche forma di controllo e di sorveglianza.
Uno degli aspetti piu’ fastidiosi dell’essere nati nell’era della rivoluzione tecnologica e’ che le macchine sembrano fatte apposta per rendere queste operazioni di controllo e di sorveglianza tremendamente soffocanti ed onnipresenti.
L’uomo contemporaneo sembra vivere in uno stato di perenne insicurezza, e di paura del proprio simile. La scienza ha un che di maleficamente affascinante nella misura in cui permette di rendere predicibile il futuro:
lo rende deterministico.
L’uomo contemporaneo misura la propria tranquillita’ nell’illusione dell’annientamento dell’indeterminismo. Il controllo e la sorveglianza diventano essenziali per nascondere le fratture, le divisioni, i conflitti, ed insieme creano una situazione di dipendenza e di non ritorno. Sembra incredibile, ad esempio. pensare che fino a 10 o 15 anni fa riuscissimo a vivere senza “zone videosorvegliate”, eppure era cosi’. Ma ormai esse vivono, sono tra di noi, ed ad alcuni di noi donano una strana sensazione di sospensione dell’ansia.
La ricerca di questo stato d’animo e’ il motore immobile dell’universo del controllo e della sorveglianza moderni. La vita di un uomo e’ costellata di mille pericoli: puoi venire aggredito, rapinato, possono minacciarti con una siringa, possono caderti degli aereoplani sulla testa, oppure puoi finire sequestrato dai terroristi in un cinema, puoi anche esplodere insieme ad un kamikaze. Ti puo’ capitare di tutto. Il mondo contemporaneo e’ estremamente violento ed imprevedibile.
E’ impossibile sopravvivere senza un aiuto per lenire quest’ansia, questo rumore di fondo della nostra quotidianita’. Servono controllo e sorveglianza per scacciare un poco di ansia. Serve un recinto
per tenere lontano i lupi. Serve un lupo per giustificare il recinto, serve un pericolo per giustificare l’ansia. Serve l’ansia per giustificare la nostra infelicita’.
Il pestaggio di Sassuolo e’ ancora un passo avanti rispetto a queste considerazioni.
La tecnologia si ritorce contro l’ingranaggio del controllo, in questo caso i carabinieri: sarebbe stato meglio non vedere, il panopticum necessita di alcune zone d’ombra, che coincidono con gli spazi occupati dal sorvegliante. Il controllore deve essere protetto dagli strumenti che utilizza.
Colti dalla candid camera i sorveglianti giocano a carte scoperte: i carabinieri vengono trasferiti, ma la citta’, si dice, e’ con loro. Io non credo che sia pura propaganda sul modello dei serial tv con protagonisti figone e fighetti nei panni dei militari dell’arma.
Penso che veramente le persone preferiscano sentirsi sicuri in una gabbia sempre piu’ piccola e soffocante, anziche’ affrontare da soli l’incertezza del quotidiano.
Tutto questo mi appare tremendamente logorante, eppure estremamente reale. La paura che attraversa questi anni del nuovo secolo, assomiglia al risveglio di un demone sopito, un archetipo, che si incarna in una sorta di allucinazione collettiva, nella quale milioni di corpi si calpestano a vicenda per saltare dentro una gabbia ormai stracolma. Alcuni muoiono consumati dalla propria ansia, altri perdono gli arti nella scalata. Chi raggiunge la gabbia si trova a sostare su una montagna di corpi: i piu’ fortunati impazziscono divorati dalla
paura. Il mondo si contorce.
Marzo 6th, 2006 at 1:18 pm
dopo la trasmissione di quelle immagini, agghiaccianti, tutti i media nazionali [televisivi] hanno detto che “la macchina della solidarietà era già scattata”… tutti – spero – abbiamo pensato al povero malmenato… io sono rimasto di sasso quando hanno detto che le firme che la cittadinanza stava raccogliendo erano per i due carabinieri!
la magistratura NON ha iscritto i carabinieri al registro degli indagati
si svolgerà solo una inchiesta interna all’arma…
adesso le mie viscere si contorcono all’unisono col mondo…