Al di qua e al di là dalle vetrine
English version below
Tutte le vetrine del mondo oggi tirano un sospiro di sollievo. E’ arrivata quasi al termine una vicenda triste e dolorosa. Nel 2001 il rapporto che lega l’uomo contemporaneo alla vetrina aveva subito un pesante affronto. In quel luglio l’offesa era stata lavata nel sangue, come si conviene per le questioni d’onore. Non si deve infatti considerare la vetrina semplice manufatto, essa ha un suo valore intrinseco in cio’ che separa. C’e’ un di qua dalla vetrina e un al di la’ dalla medesima. L’al di la’ come sempre e’ cio’ che conta. L’uomo non e’ fatto per la futilita’ di questo luogo dove i corpi se spinti cadono e sanguinano e le voci urlano e gli occhi piangono. L’uomo conosce realizzazione e felicita’ solo nell’al di la’ dalla vetrina.
In un’estate calda molte molte persone che pensavamo invece si potesse costruire la propria felicita’ nell’al di qua si riunirono. Nel caldo caldo del luglio essi provarono a dire che al di la’ della vetrina si cela il motivo di tanta sofferenza umana e di mille ingiuste ingiustizie.
La falsita’ di questi pensieri e’ chiara e evidente a tutti, ed anzi era parecchio che nell’al di la’ si attendeva un’occasione per la resa dei conti.
Nel nebbioso luglio s’imparti’ una severa, ma necessaria lezione. Qualcuno mori’, qualcuno si fece male nel corpo e nell’anima, ma fu tracciata con chiarezza la via. Si ribadi’ con forza un concetto importante: al di la’ c’e’ cio’ che conta, cio’ per cui vivere, sacrificarsi, soffrire. Al di la’, non al di qua.
Fu ristabilito l’unico e naturale equilibrio e a distanza di dieci anni possiamo permetterci di cristallizzare la storia con editti regi che sanciscano la vera verita’. I difensori dell’al di la’ tutto, vetrine comprese, siano lodati nei secoli dei secoli. Ma coloro che in fin del nostro bene hanno ecceduto siano blandamente puniti. Infatti fesso e’ colui che esagera lasciando prove evidenti del proprio misfatto, e mettendoci in imbarazzo. Apprezzabile invece chi sapientemente di sabbia popola il deserto.
Per gli umani che pretendevano il riscatto dell’al di qua invece nessuna pieta’ vi fu allora, nessuna pieta’ vi sia adesso, ne’ mai. E se un giorno il mondo al di la’ delle vetrine implodera’ travolto dai cavalieri dell’apocalisse finanziaria, neppure allora vi sia pieta’ per costoro, e che salde rimangano le vetrine, ognuno al proprio posto. Difenderemo il castello di vetro con l’olio bollente, fino all’ultimo guardiano, fino all’ultima divinita’.
Cosi’ parlarono gli dei al di la’ delle vetrine che scricchiolano. Noi al di qua sentiamo i rumori e li guardiamo agitarsi e annaspare, grandi e grossi pesci rossi nell’acquario che si sono costruiti. Per nulla rassegnati o pronti ad ammettere che il loro mondo non sta in piedi. Hanno le idee chiare sul nostro futuro, noi molto meno. Lentamente impariamo dall’esperienza, e questo processo non e’ mai indolore. Spesso siamo costretti ad apprendere sulla pelle dei nostri compagni, mentre ci vediamo sottrarre gli amici. Funziona cosi’ nell’al di qua. La costruzione di una memoria collettiva che dia forza alle nostre idee e’ un processo lungo nel quale dobbiamo incamerare e far tesoro di tutto, felicita’ e sofferenza.
English version
Shop windows in all the world are sighing in relief. A sad and painful event has nearly come to its end. In 2001 the relationship between contemporary men and shop windows had been severely insulted. That year, in July, that offence had been bloodily avenged, as demanded by any matter of honour. For a shop window should not be considered as a simple artefact: its intrinsic value is in the separation. There is a world outside and a world beyond the window. As always, what really matters is the world beyond. Humans are not suited for the frivolity of the world outside, where if a body is pushed, it falls and bleeds, where voices shout and eyes cry. Humans are accomplished and contented only beyond the shop window.
During a hot summer, many, many people gathered together in the belief that happiness could be built outside of shop window. In the sweltering heat of July, they tried to say that beyond shop windows one could find the causes of so much human suffering and of thousand unfair injustices.
The falseness of those ideas is clear to everyone. In fact, beyond the windows we had been long waiting for the opportunity of a showdown.
That foggy July taught a severe, but necessary lesson. Someone died, someone was injured in their bodies and in their souls, but a neat line was drawn. A key concept was reasserted: what matters is the world beyond – there you’ll find what you need to live, to make sacrifices, to suffer for. Beyond, not outside.
The sole natural balance was re-established, and after ten years we can crystallize history with royal edicts that sanction the genuine truth. May the champions of the world beyond, together with every shop window, be praised in the centuries to come. But those who, acting for our sake, exceeded in their deeds should be mildly punished. For he who exaggerates and leaves clear evidence of his mischief is a fool and embarrasses us. On the contrary, those who skilfully spread sand on the desert are appreciable.
Humans who demanded liberation in their world, outside the windows, deserved no mercy at the time and should get none either now or ever. And even if one day the world beyond shop windows should implode, swept away by the knights of the financial apocalypse – those outside must not be treated mercifully and windows must stay firmly at their place. We will defend the glass castle with boiling oil, until the last guard, up to the last divinity.
Thus spoke the gods of the creaking windows. Outside, we hear their noises and watch them wildly floundering about – big gold fish in the aquarium they’ve built for themselves. Neither giving up, nor ready to admit that their world is lame. Their plans for the future are clear, ours much more vague. We slowly learn from our experience, and this process is never painless. We are often forced to learn at our comrades’ expense, and watch our friends being torn away from us. This is how life goes in the world outside. The construction of a collective memory reinforcing our ideas is a long process where we have to incorporate and treasure everything, be it happiness or pain.
Tags: g8, Genova, sentenza cassazione
Luglio 15th, 2012 at 5:32 pm
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Luglio 16th, 2012 at 11:13 am
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Luglio 17th, 2012 at 11:29 am
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