NonToccateMilano

Di tutti gli articoli apparsi su nessunotocchimilano, a me piace questo qui (http://nbl.gs/e7Z) della Stampa perche’ e’ un bignami bellissimo. L’articolo si focalizza sul sentimento di orgoglio che attraverserebbe la spiazzata di nessunotocchimilano (che non so se gli autori dell’hashtag si sono accorti dell’effetto omofobo che prende se si sposta un pochetto prima il mi, nessunomitocchilano, che e’ anche il motivo per cui l’hashtag non era nontoccatemilano probabilmente), e caratterizza l’italia che dice si’. Come una giovane contadinella scalza dell’ottocento, l’italia famosa per le sue eccellenze, per il vino buono, il cibo sano e le opere d’arte proclama il proprio si’ e nella mia mente si figura la statua di venere donzella fragile dallo sguardo languido che abbraccia voluttuosa, ma timida, marte guerriero con l’elmo e la lancia eretta. L’italia ha deciso di combattere per il proprio futuro e il proprio futuro sta la’ nell’interland milanese, dove prima era tutta campagna e ora sorgono fieri e pieni d’orgoglio dei capannoni ricolmi di cose in cartongesso, schermi e luciotti, che tra sei mesi diverranno terreno edificabile, ma ora per dio, come sentenzia un’altro articolo sempre della Stampa, valgono di sicuro il prezzo del biglietto.
Come dice l’articolista, basta piangersi addosso e pensare che non sappiamo fare niente: sia chiaro a tutti e gridiamolo forte tutte le mattine appena alzati, “noi valiamo il prezzo del biglietto” e non vogliamo le scritte sui muri e basta che i nostri figli devono andare all’estero per trovare lavoro, vogliamo che restino con noi, cosi’ possiamo educarli e mandarli dallo psicologo, almeno poi non ci bruciamo la macchina sotto casa, che e’ antipatico, anche se comunque fa girare l’economia, non dimentichiamoci che anche nel 2015 ci sono gli eco incentivi sulla rottamazione.
Che comunque non siamo noi quelli pessimisti e chiusi al dialogo: le cose che finiscono in “one” non sono tutte brutte. Tipo distruzione e’ brutto, ma innovazione ad esempio no. L’innovazione e’ importante, perche’ ricordiamoci che la fame nel mondo e’ sopratutto un problema tecnico. Cioe’ le persone muoiono di fame belli miei. Per questo servono delle ricette originali e sopratutto nuove, che sappiamo coniugare il vecchio e il nuovo: devono essere biologiche, ma anche un po’ ogm, un po’ slow, ma anche un po’ fast food.
Expo infatti e’ anzitutto un posto nel quale ci si scambiano ricette, un luogo dove per esempio lo cheff tamin proveniente dal lontano e esotico qatar, puo’ confrontarsi con la zia maria che lavora da eataly, e imparare a fare il vero ragu’ napoletano o la cotoletta alla milanese e magari da cosa, nasce cosa. Ad esempio questi del qatar ci sono cosi’ rimasti sotto con la cotoletta, che hanno preso casa a milano, a firenze, in costa smeralda, rilevando alcune piccole attivita’ famigliari, come i grattacieli di porta nuova a milano, la pensioncina four seasons di firenze, un po’ di costa smeralda, cosette cosi’, perche’ anche a loro gli tocca di emigrare per trovare lavoro: questa malattia della crisi non risparmia nessuno. Cmq se volete sapere tutto sullo stand del qatar, perche’ non riuscite piu’ a dormire senza, potete guardare le foto, sul fondamentale http://nbl.gs/e7V. Dove si vede come expo sia veramente un luogo interessantissimo.
E comunque l’Italia e’ forte e sapra’ risollevarsi. come d’altra parte ha gia’ fatto nel dopo guerra, e dalle stragi di stato. E ora sopravvivera’ con orgoglio anche a un’ora e venti di corteo. Perche’ cmq si sa che il problema di milano, oltre al traffico e ai parcheggi, sono principalmente “i black block” e le scritte sui muri. Cioe’ va bene tutto: la speculazione edilizia, le cosche, la cementificazioni, l’inquinamento, la gentrification. Per queste cose non saremmo mai scesi in strada, che abbiamo da lavorare. Ma non questi qui, che gli si dovrebbe sparare in fronte. Noi vogliamo rimetterci in moto e andare dove si deve andare, perche’ comunque e’ meglio che stare li’ fermi a lamentarsi, e sopratutto e’ meno faticoso che provare ad andare da un’altra parte.
Il discorso e’ semplice alla fine: ti rimbocchi le maniche e prendi quello che c’e’, con creativita’, innovazione e amore per la vita e per l’alta velocita’, che comunque e’ quella che permette in soli 50 minuti, anziche’ l’ora e quaranta dell’interegionale(che gia’ solo a scriverlo mi sono annoiato: uffa, che barbanoia), di andare a vedere il museo egizio a Torino e poi scappare via di corsa per andare a prendere un pezzo di cioccolata al padiglione della Svizzera all’Expo. Se dovevi metterci un’ora e quaranta come gli sfigati pendolari, poveracci, puzzoni, no, ma per soli 50 minuti, perche’ no ? Noi siamo il fronte del si’ e diciamo si’ alla vita loca e un po’ pazzerella e scommettiamo sulla nostra fantasia, non troppa, ma quella che serve per ridipingerci il mondo quanto basta durante la giornata, per arrivare alle goccine di lexotan la sera che ci garantiranno sonni felici.

Ho il cervello un po’ stanco dalle letture dei quotidiani on line. Il livello di retorica propagandistica di questi giorni mi ha riportato agli anni delle elementari quando nel torpore del meriggio durante il doposcuola, mi mostrarono una serie di documentari sulla seconda guerra mondiale e scopri la voce dei cinegiornali dell’istituto luce.

“Nell’ora in cui i vili si proclamarono eroi il fulgido esempio di un manipolo di coraggiosi armati solo di spugna e solventi al nitro sfida i dardi del destino e si oppone con italico ardore al veleno sfascista del pessimismo della marcia dei menagrami, gufi, corvi, bolscevichi, sodomiti e leccaciuffi. Milanesi: a noi l’expo, a noi le spugne!”

2 Responses to “NonToccateMilano”

  1. SchiZ0 Says:

    no, dai, dopo la sbruffata celodurista di stocazzodiblocconero puoi dire tutto, ma non passa più un cazzo. poi se la questione è: tanto cazzo me ne frega, è tutto una merda e io spargo merda sulla vostra merda, va bene, ma se minimamente ti importa qualcosa di creare consenso e riflessione su questioni critiche e conflittuali devi anche relazionarti, minimamente dico. non che devi andare a chiacchierare con il pupazzo di mcdonald o che altro, ma cercare di crearti le condizioni favorevoli di piantumazione si.

    non è che poi noi possiamo dircela addosso che ci dicono che siamo c a t i v i e che non riescono a vedere più in la del loro naso… specialmente se questo non lo rendiamo possibile

    sta di fatto che noexpo e tutto il suo lavoro fatto è agonizzante e, per quanto io possa immaginare, io non riesco che a vederne un glorioso seppuku
    https://friendicared.net/channel/schizo/?f=&mid=e6b1e4a858086fc33fd4abc1b549bb70f73807204838051d1902f84b579011cc@friendicared.net

    il resto è un continuo ed inutile arrampicarsi sugli specchi oppure il solito giochetto che ci facciamo dicendoci quanto il senso comune sia cieco

  2. carpa Says:

    boh. Io mi ponevo solo il problema di fare il verso allo stile degli articoli mainstream di commento alla passeggiata di ripulitura, a cui appioppano mille rancorosi significati. Io non so se il senso comune sia cieco, non saprei dire com’e’. So che gli articoli di questi giorni erano preoccupanti. Niente piu’ di questo. Il post riprende l’articolo citato e ne segue le linee guida per me piu’ inquietanti e ne fa il verso. Per il resto non so. Da cavallette di solito non mi pongo il problema di creare consenso e riflessione su questioni critiche e conflittuali, ma di condividere cose nella comunita’ di A/I, che di solito ti legge, senza dover chiaccherare con il pupazzo di mcdonald :) Sul sito di radio blackout stanno raccogliendo comunicati e riflessioni sulla may day, stessa cosa su milanoinmovimento.com, probabilmente lo stanno facendo anche altri. mi sembrano tutti ambiti gia’ un poco piu’ adatti di questo piccolo blog a creare consenso e riflessione. Sul noexpo non saprei, su http://www.noexpo.org rilanciano su noexpo pride. Non darei per morte cose, prima che siano loro stesse a dichiararsi tali, anche solo per non portare sfiga in un momento di grossa difficolta’. poi vedi te.