In ogni caso nessun rimorso

Quella che potete leggere qui sotto è la dichiarazione di uno degli imputati al processo contro 25 manifestanti per devastazione e saccheggio per i fatti avvenuti durante la mobilitazione contro il g8 di Genova il 19-20-21 luglio del 2001. Non è l’unica dichiarazione che è stata fatta in aula, durante un processo che è durato 150 udienza, 200 testimoni, quasi 4 anni, ma ci sembra molto bella e abbiamo pensato che fosse interessante darle maggiore diffusione. Preso sul sito di supportolegale.org potrete trovare una sezione dedicata alle dichiarazioni di tutti gli imputati e le imputate che hanno ritenuto di avvalersi di questo strumento.

Innanzitutto vorrei fare una breve premessa: in quanto anarchico, ritengo i concetti borghesi di colpevolezza o innocenza totalmente privi di significato.
La decisione di voler dibattere in un processo di “azioni criminose” che si vogliono imputare a me e ad altre persone, e soprattutto l’esprimere qui le idee che caratterizzano il mio modo di essere e di percepire le cose, potrebbe essere oggetto di valutazioni sbagliate: è necessario quindi precisare da parte mia che lo spirito con cui rilascio questa dichiarazione, dopo anni di spettacolarizzazione mediatica dei fatti di cui si dibatte qui dentro, è quello in cui anche la voce di qualche imputato si faccia sentire. Con questo breve intervento comunque non cerco né scappatoie né giustificazioni: per me sarebbe assurdo anche il fatto che la corte decida che sia legittimo rivoltarsi non spetta ad essa.
Rileggere dei fatti accaduti sotto una certa ottica, con un certo tipo di linguaggio (quelli della burocrazia dei tribunali per intenderci) non equivale solo a considerarli parzialmente, ma significa distorcerne la portata, la loro collocazione storica, sociale e politica, significa stravolgerli completamente da tutto il contesto in cui si sono verificati.
Quello che mi si contesta in questo processo, il reato di devastazione e saccheggio, implica secondo il linguaggio del codice penale che “una pluralità di persone si impossessa indiscriminatamente di una quantità considerevole di oggetti per portare la devastazione”: per questo tipo di reati si chiedono condanne molto alte, e questo nonostante non si tratti di azioni particolarmente odiose o crimini efferati.
Mi sono sempre assunto la piena responsabilità e le eventuali conseguenze delle mie azioni, compresa la mia presenza nella giornata di mobilitazione contro il g8 del 20 luglio 2001, anzi sono onorato di aver partecipato da uomo libero ad un’azione radicale collettiva, senza nessuna struttura egemone al di sopra di me.
E non ero solo, con me c’erano centinaia di migliaia di persone, ognuno che con i propri poveri mezzi, si è adoperato per opporsi a un ordinamento mondiale basato sull’economia capitalista, che oggi si definisce neoliberista… la famigerata globalizzazione economica, che si erge sulla fame di miliardi di persone, avvelena il pianeta, spinge le masse all’esilio per poi deportarle ed incarcerarle, inventa guerre, massacra intere popolazioni: questo è ciò che definisco devastazione e saccheggio.
Con quell’enorme esperimento a cielo aperto fatto su Genova (nei mesi precedenti e nelle giornate in cui si tenne quella kermesse di devastatori e saccheggiatori di livello planetario) che qualche ritardatario si ostina ancora a chiamare gestione della piazza, è stato posto uno spartiacque temporale: da Genova in poi niente più sarebbe stato come prima, né nelle piazze né tanto meno nei processi a seguito di eventuali disordini.
Si apre la strada con sentenze di questo tipo ad un modus operandi che diventerà prassi naturale in casi simili, cioè colpire nel mucchio dei manifestanti per intimorire chiunque si azzardi a partecipare cortei, marce, dimostrazioni… non credo sia fuori luogo luogo parlare di misure preventive di terrorismo psicologico.
Non starò qui a dibattere invece sul concetto di violenza, su chi la perpetra e su chi da essa si deve difendere e via dicendo: questo non per assumere atteggiamenti ambigui riguardo l’utilizzo o meno di certi mezzi nella lotta di classe, ma perché reputo questa sede non adatta per affrontare un dibattito che è patrimonio del movimento antagonista al quale appartengo.
Due parole in merito al processo alle forze di polizia.
Si prova con il processo alle cosiddette forze dell’ordine a dare un senso di equità… i pubblici ministeri hanno voluto paragonare ad una guerra fra bande le violenze tra polizia e manifestanti: senza troppi giri di parole dico solo che io non mi sognerei mai di infierire vigliaccamente su persone ammanettate, inginocchiate, denudate, o in palese atteggiamento inoffensivo col preciso intento di umiliare nel corpo e nella mente…
Sono ormai abituato a sentirmi paragonare a provocatore, infiltrato ecc ed è dura, ma essere paragonato ad un torturatore in divisa no… questa affermazione è a dir poco rivoltante! È degna di chi l’ ha formulata.
E poi allestire un processo a poliziotti e carabinieri, giusto per ricordare che siamo in democrazia significa ridurre il tutto ad un pugno di svitati violenti da una parte, e dall’altra a casi di eccessivo zelo nell’applicazione del codice. Questo, oltre ad essere sinonimo di miseria intellettuale, indica la debolezza delle ragioni per cui sprecarsi al fine di preservare l’attuale ordinamento sociale.
Dal mio punto di vista processare la polizia parallelamente ai manifestanti significa investire le cosiddette forze dell’ordine di un ruolo troppo importante nella vicenda; significa togliere importanza ai gesti compiuti dalla gente che è scesa in strada per esprimere ciò che pensa di questa società, relegando tutti quanti nel proprio ruolo storico di vittime di un potere onnipotente.
Carlo Giuliani, così come tanti altri miei compagni, ha perso la vita per aver espresso tutto ciò col coraggio e con la dignità che contraddistingue da sempre i non sottomessi a questo stato di cose e finché i rapporti tra le persone saranno regolati da organi esterni rappresentanti di una stretta minoranza sociale, non sarà l’ultimo.
E siccome sono disilluso ed attribuisco il giusto significato al termine democrazia, l’idea che un rappresentante dell’ordine costituito venga processato per aver compiuto il proprio dovere mi fa sinceramente sorridere. Lo stato processa lo stato direbbe qualcuno a ragione.
Sicuramente ci saranno delle condanne e non le vivrò di certo come segnale di indulgenza o di accanimento nei nostri confronti da parte della corte. Esse andranno valutate, in qualsiasi caso, come un attacco a tutti coloro che in un modo o nell’altro avranno sempre da mettere in gioco la propria esistenza al fine di stravolgere l’esistente nel migliore dei modi possibile.

No Responses to “In ogni caso nessun rimorso”

  1. Memorie Video Says:

    Ecco alcuni link a video sul G8.

    “Op-Genova 2001”:
    http://www.ngvision.org/mediabase/871

    “Legittima difesa” e “I diritti negati” con sottotitoli in francese:

    http://videobaseproject.net/article116.html

    Link diretto:
    http://regardeavue.com/videos/genes01.avi

    http://regardeavue.com/videos/genes02.avi

  2. kaepesra Says:

    Ciao,
    allora innanzitutto solidarietà ai 25 imputati ingiustamente di saccheggio…i maltrattamenti li hanno subiti loro…a quanto pare. Poi vorrei specificare quanto segue:
    Se non si cambia lo stato,le cose non cambiano. I rimorsi non servono a niente -direi a lor signori- che commettono devastazioni e saccheggi. Sono una normale ragazza di quasi trent’anni, innamorata della vita e non degli uomini in camicia nera, o peggio ancora di quelli che s’interessano si maltrattare l’uomo per un idea strana del mondo.Il camice oggi mi fa molta paura, e credo sarà il futuro se non si comincia a cambiare marcia e a scegliere la vita.
    L’esempio di queste venticinque persone è un’esempio per il popolo italiano. Qualcuno ha voluto il saccheggio, invece qualcuno lo avrebbe volentieri evitato. L’amore sembra non servire… i magistrati il cuore lo mettono da parte difronte al giustizialismo all’italiana.
    Le torture della DIAZ, DI bolzaneto sono un documento storico …NON UNA VERGOGNA11111111111111111111

  3. kaepesra Says:

    POI …AMORE TANTO PER RAGAZZI CHE NONSTANTE TUTTO RESISTONO …NONSTANTE LA PRESSIONE PSICOLOGICA E IL DOLORE FISICO.