Giù le mani da cox18 e Calusca City Lights!

23bis
La vicenda cox18 a Milano e’ tutt’altro che chiusa.
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Il 22 gennaio De Corato, il vicesceriffo milanese, ha deciso di fare la cosa sbagliata. Ha deciso di sgomberare Cox18.
Oltre a rappresentare da più di trent’anni un punto di riferimento per l’elaborazione politica della sinistra radicale di tutta Italia, lo storico centro sociale della zona Ticinese ospita la libreria Calusca City Lights e l’archivio Primo Moroni, che raccoglie centinaia di testi prodotti nei vari cicli di lotta del ‘900. Anche noi siamo figli di Primo Moroni e di Conchetta, lo slogan che abbiamo scelto da sempre infatti è di Primo: “socializzare i saperi, senza fondare poteri”, e l’esperienza di Decoder – Rivista Underground ci ha cresciuti a cyberpunk e BBS. Non possiamo che unirci al coro che dice NO allo sgombero e invitare tutt* a partecipare domani al corteo indetto in piazza 24 maggio, ore 15, a Milano.

3 Responses to “Giù le mani da cox18 e Calusca City Lights!”

  1. mik Says:

    evviva evviva
    gli Sceriffi di tutto il Mondo..

  2. vari Says:

    SINISTRA: RIPARTIRE DAL CONCHETTA

    Lo sgombero del Conchetta è l’ultimo segnale dell’insensibilità sociale e culturale di chi governa Milano. È l’ultimo atto dell’ottusa catena di scelte che stanno rendendo irriconoscibile il volto della nostra città.

    A colpi di sgomberi e atti di forza, si stanno distruggendo tutti i luoghi della cultura, della memoria e della socialità, senza proporre qualcosa di nuovo, ma lasciando sul terreno soltanto macerie.

    Si sta procedendo sulla strada dell’omologazione, con il chiaro obiettivo di costruire una città in cui siano assenti le diversità, il dialogo e le culture. Una città in cui gli unici divieti che mancano sono quelli contro i poteri forti e la loro onnivora spinta a divorare fino all’ultimo centimetro di territorio.

    Mettere a tacere le voci critiche eliminando i luoghi della socializzazione e della cultura alternativa, non è che un tassello di questo progetto di società disgregata, formata da tanti individui senza relazioni o in conflitto tra loro, sulla quale possono dominare indisturbati solo pochi potenti.

    A rischio non sono solo gli spazi sociali autogestiti. Ogni angolo della città è infatti sottoposto al medesimo processo di omologazione e di mercificazione della vita, dei diritti e dei bisogni. In primo luogo le periferie, nell’agenda degli amministratori esclusivamente per nuove speculazioni o per rinnovate politiche securitarie. Lo stesso centro storico da tribuna delle idee e di incontro è stato progressivamente trasformato in luogo destinato solo al consumo opulento, a vetrina infiocchettata della moda, impermeabile alla vita reale della metropoli.

    È questa la Milano che vogliamo? Vogliamo aspettare che anche l’ultimo filo d’erba ci venga strappato da sotto i piedi o pensiamo di dover reagire?

    Un editorialista del Manifesto chiedeva “Milano da che parte sta?”. Noi rispondiamo che la grande mobilitazione antirazzista per Abba e lo straordinario corteo di sabato, hanno mostrato che in questa città esistono energie, forze vive, spiriti liberi che ancora non si rassegnano al velo oscurantista che punta a cancellare cultura e umanità.

    La sinistra non può attendere oltre, divisa tra generosità impotente o timidezze. La sinistra, in tutte le sue articolazioni può e deve impegnarsi in un’ampia mobilitazione per la libertà e la democrazia. Deve incontrarsi subito per avviare una grande iniziativa unitaria e una battaglia di cultura e di civiltà, a partire dall’impegno per la riapertura del Conchetta.

    Noi siamo pronti.

    Ivan Della Mea – Luca Fazio – Dario Fo – Massimo Molteni – Maysa Moroni – Moni Ovadia – Antonello Patta – Emanuele Patti – Dijana Pavlovic – Marco Philopat-Franca Rame – Basilio Rizzo – Paolo Rossi – Renato Sarti – Bebo Storti

    PER ADESIONI: altramilano@gmail.com

  3. gianpietro lorenzato Says:

    il panorama è davvero triste…
    le teste vuote vanno riempite mentre le troppo piene svuotate… giochiamo alle teste parlanti…